L’Italia ha uno dei più alti tassi di povertà infantile

Nell’ambito dell’iniziativa “2010, Anno europeo della lotta alla povertà e all’esclusione sociale”, si è tenuto a Roma nei giorni scorsi il seminario di studi “Per una strategia di contrasto alla povertà dei bambini e degli adolescenti”, organizzato dall’UNICEF Italia e dal Ministero del lavoro.

Un primo impegno i capi di Stato e di Governo della UE lo hanno già preso, con l’adozione della nuova Strategia EU2020, che ha rimesso al centro dell’attenzione politica la riduzione della povertà e la promozione dell’inclusione sociale, considerata uno dei cinque obiettivi fondamentali (incremento dell’occupazione, degli investimenti in ricerca e sviluppo, dei livelli di istruzione e alla riduzione delle emissioni dei gas serra).

Durante il convegno sono state analizzate le buone pratiche internazionali e nazionali di contrasto al fenomeno, ponendo particolare attenzione alla povertà dei bambini in Italia, anche in relazione alle condizioni socio familiari, alle devianze e al sistema penale minorile italiano.

Sono, al momento, disponibili due recenti studi, uno a cura dell’ISTAT e l’altro a cura del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, che offrono la possibilità di comprendere nel dettaglio la dimensione del fenomeno nel nostro paese. In particolare, fa riflettere la condizione di rischio che coinvolge le due categorie più deboli degli anziani e dei bambini: in questo caso, l’Italia è il paese europeo con la più alta incidenza di povertà nell’infanzia (25%). Anche gli abbandoni scolastici indicano la difficoltà dei nuclei familiari non sempre in grado di sostenere il percorso di istruzione/formazione dei giovani: il dato italiano stimato al 19,2%, risulta in calo, ma è comunque lontano dalla media europea fissata al 15,9%.

Durante il convegno sono stati inoltre presentati brevi filmati, a cura dell’UNICEF, in cui alcuni bambini di scuole di Milano e dei Quartieri Spagnoli di Napoli hanno risposto a domande sul loro personale rapporto con i poveri, sul significato da loro attribuito alla povertà, sulla percezione della loro propria condizione e su quali siano i principali diritti dei bambini.