L’istruzione grande assente al Forum P.A.

Si può trarre un primo bilancio della presenza dei temi dell’istruzione e dell’educazione trattati al Forum della Pubblica Amministrazione dal 12 al 15 maggio a Roma.

L’apertura è stata col botto, nel senso che l’abolizione della pagella di carta, benché inserita in un discorso sui dipendenti pubblici fannulloni che ha catalizzato l’attenzione dei media, è stata al centro del discorso di apertura del ministro della Funzione Pubblica Renato Brunetta, facendo presagire una presenza quanto meno discreta dei temi della scuola all’interno della pubblica amministrazione.

Così non è stato, invece. Nessuna istituzione scolastica ha allestito propri stand all’interno della manifestazione fieristica, e questo dato potrebbe essere letto come una buona notizia, dato che vuol dire che le scuole preferiscono spendere le (poche) risorse a disposizione, economiche e professionali, nelle attività correnti, che, specialmente in questo periodo, sono particolarmente impegnative, e non per omaggiare se stesse.

Ma i temi dell’istruzione sono stati presenti? A parte qualche eccezione (il Dipartimento per l’Innovazione e le Tecnologie ha presentato i due bandi Innovascuola, in scadenza il 30 maggio, allo stand del Ministero della Pubblica Istruzione si è parlato dei dati OCSE), siamo tentati di dire di no. Persino quelle amministrazioni locali (Regioni, Province e Comuni) da sempre più attive nel portare avanti progetti con e per le scuole, quest’anno hanno preferito dare maggiore visibilità ad altri progetti.

Non vorremmo dover interpretare questa sostanziale assenza come un segnale. Un segnale che la scuola, nonostante sia numericamente e culturalmente la pubblica amministrazione più importante del Paese, resterà la cenerentola della P.A., di cui parlare solo in occasione di tagli e di episodi di bullismo, e a cui destinare solo il 4,4 per cento del Pil, contro una media Ue del 5,1 per cento nel 2004.