Lezioni private ed evasione del fisco: docenti sotto accusa

Un recente studio sugli italiani evasori ha assegnato uno sgradevole primato alla categoria degli insegnanti, per colpa di coloro che, tra di loro, danno lezioni private.
Su 41 categorie esaminate, risultano saldamente al comando i docenti che danno lezioni private. Risulta infatti in “nero“, il 79,4% degli insegnanti che arrotondano il proprio stipendio con questa lucrosa attività e che si guardano bene dal rilasciare la dovuta ricevuta fiscale.
La ricerca suscita però più di una perplessità.
Che vi siano insegnanti che danno lezioni private preferendo, nella tranquillità e “riservatezza” del proprio studio di casa, un guadagno sicuro e interessante al posto di quello meno invitante delle attività di recupero a scuola, è fatto noto.
Ma c’è da chiedersi, considerata la riservatezza di questa attività in “nero“, come è possibile accertarla, se non con una stima a tavolino? E come è possibile quantificare la percentuale di evasori se non si sa quanti sono quelli che praticano l’attività?
Piacerebbe però sapere chi sono quelli che operano alla luce del sole – il 20,6% secondo la ricerca – che rilasciano regolare ricevuta e che includono quei guadagni nella annuale denuncia dei redditi.
Esistono davvero o sono eroi civici costruiti a tavolino?
La materia delle lezioni private è disciplinata (si fa per dire) dall’art. 508 del Testo unico sulle norme per l’istruzione che vieta agli insegnanti di impartire lezioni private ad alunni del proprio istituto, ma lo consente negli altri casi, purché l’insegnante ne informi il proprio capo d’istituto comunicandogli i nominativi degli alunni e la loro provenienza.