L’esame di quinta elementare, un problema che non c’è

La scorsa settimana (v. tuttoscuola.com) avevamo dato notizia di alcune iniziative curiose che si stanno verificando, soprattutto a Roma e Milano in alcune quinte classi di scuola elementare: vi sarebbero insegnanti e dirigenti scolastici intenzionati a confermare anche quest’anno l’esame di quinta elementare, chiamando alle prove scritte e orali i ragazzini che frequentano l’ultima classe. La notizia è stata ripresa da altri giornali.

L’esame di licenza elementare è stato abrogato dal decreto legislativo n. 59/2004, anche se una certa interpretazione della norma poteva fare intendere che tale abrogazione non riguardasse le classi già funzionanti con il precedente ordinamento prima della riforma.
Altra interpretazione portava invece a ritenere che tutte le classi di scuola elementare, a causa della partenza generalizzata della riforma, fossero escluse da questa abrogazione futura.

Il Miur, anche se con ritardo, ha dato l’interpretazione definitiva con la circolare sulla valutazione del dicembre scorso: già da quest’anno scolastico l’esame di quinta non c’è più.
Sembra che nessuno abbia pianto per la cancellazione di un esame che da anni non aveva più ragione legale d’esistere.
Ma ora vi è chi invece vuole confermare quell’esame, non si sa se per nostalgia del passato (una specie di rito della memoria che ricorda un po’ la messa in latino postconciliare dei seguaci del vescovo Lefevbre) o per ribellismo al sistema centrale (nella linea delle delibere collegiali delle istituzioni scolastiche autonome contro l’applicazione della riforma).

Questo esame di quinta anomalo, qualsiasi forma abbia, non avrà comunque alcun valore e alcuna conseguenza giuridica. Per la cronaca, sono più di 502 mila gli alunni di quinta delle scuole primarie statali iscritti e circa 37 mila quelli di scuole paritarie.