Tuttoscuola: Il Cantiere della didattica

Lega all’attacco/2. Bambini e insegnanti dei paesi tuoi

Anche su altri temi di politica scolastica la Lega ha avuto modo di segnalarsi come portatrice di istanze localistiche, tradizionaliste, autodifensive, come mai nessuna forza politica aveva fatto nella storia d’Italia, se si eccettuano casi dovuti a circostanze eccezionali, come il movimento indipendentista siciliano di Finocchiaro Aprile alla fine della seconda guerra mondiale o il movimento per l’indipendenza del Sud Tirolo (Alto Adige) di Eva Klotz.

E’ il caso delle posizioni assunte da esponenti nazionali e locali della Lega sulla questione degli studenti stranieri, con la richiesta se non di classi separate (ma qualcuno si è spinto a proporle) almeno di rigidi tetti percentuali, di classi di inserimento e di attività di accompagnamento rivolte solo ai bambini immigrati anche di seconda generazione.

Anche qui il ministro Gelmini ha cercato di mediare, consapevole del fatto che nel Nord (nella mitica Padania della Lega) anche l’elettorato dell’ex Forza Italia è sensibile alla campagna della Lega, soprattutto nelle province e nelle scuole (che non sono solo al Nord) dove il tetto del 30% è largamente superato.

Altro punto di attacco della Lega è quello del reclutamento e della mobilità degli insegnanti e dei dirigenti scolastici, con proposte, anche a livello legislativo, di quote riservate ai residenti nelle Regioni del Nord e di obbligo di prolungata permanenza nelle Regioni del Nord per i vincitori di concorso di provenienza non settentrionale.

Anche su questo tema Mariastella Gelmini ha tenuto fermo il principio dei concorsi aperti a tutti i cittadini, ma ha anche accennato a forme di blocco o rallentamento della mobilità, magari legate a una diversa governance delle scuole. Il suo sforzo, analogo a quello del presidente Berlusconi nella politica nazionale, è quello di cercare una non facile sintesi tra le tensioni regionaliste/localiste del Nord e un’azione di governo che non può non tenere conto delle esigenze delle Regioni del Centro-Sud, dove il Pdl, per quanto frantumato e litigioso, raccoglie buona parte dei suoi consensi.

Il gioco sembra però a somma zero e consiste solo in una contrapposizione di prese di posizioni perché la questione rimane lì, nel mezzo.

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