Tuttoscuola: Il Cantiere della didattica

L’educazione civica diventa materia ordinaria

L’art. 1 del ddl Gelmini istituisce la nuova materia “Cittadinanza e Costituzione” sia nel primo che nel secondo ciclo con un orario di 33 ore annuali, che non saranno aggiunte ma ricavate dall’attuale orario delle aree storico-geografica e storico-sociale rispettivamente nel primo e nel secondo ciclo. Per fare un esempio, nella scuola secondaria di primo grado le 33 ore saranno ricavate dalle 132 ore annuali assegnate complessivamente alle due distinte discipline Storia e Geografia.

Non si tratta dunque di un ritorno alla “vecchia” Educazione civica, né di una variante della “Educazione alla convivenza civile” introdotta dalla riforma Moratti in forma transdisciplinare e senza un orario distinto, ma di una vera e propria nuova disciplina, con valutazione autonoma e specifica. Il che vuol dire che non sarà lasciato alla discrezionalità del docente quanto spazio riservare a questi temi, come in passato, e che gli studenti dovranno per forza studiarli se non vorranno rovinarsi la media. Una bella differenza rispetto al passato.

In Italia l’educazione civica era stata introdotta nel 1958 (ministro Aldo Moro) in forma integrata con la storia, e questa scelta di farne una attività didattica integrata con altri insegnamenti è stata ribadita e ampliata dalla legge n. 53 (Moratti) e dal vigente Decreto legislativo n. 59 del 2004 sul primo ciclo, che parla di “Educazione alla convivenza civile” con sei ambiti di interesse (educazione alla cittadinanza, stradale, ambientale, alla salute, alimentare e all’affettività).

 In Europa l’educazione civica, con varie denominazioni, è contemplata in tutti gli ordinamenti scolastici nazionali, ma solo in una parte di essi costituisce una materia distinta.

Tra i Paesi che hanno optato per la prima soluzione, quella della materia distinta, si è collocata la Spagna, che a partire dal 2007 ha inserito progressivamente l’insegnamento della materia “Educaciòn para la Ciudadanìa y los Derechos Humanos” nei curricoli delle scuole spagnole ai vari livelli: 50 ore annuali in uno degli ultimi 2 anni della scuola primaria e 35 in uno dei primi tre anni della scuola secondaria di primo grado, nonché nel quarto e ultimo anno di quest’ultima, dove prende il nome di “Educaciòn etico-civica” e nel primo anno della scuola secondaria superiore biennale (Bachillerato), con la denominazione “Filosofia y ciudadanìa. La riforma dovrebbe completarsi con l’anno 2009-2010.

Anche se la disciplina è autonoma, si insiste molto in Spagna sulla necessaria sinergia tra la nuova materia e le altre che a vario titolo ad essa si collegano, e soprattutto sul coinvolgimento interattivo della comunità locale nella costruzione dei percorsi didattici.

La “triangolazione” tra la nuova materia specifica, le altre materie curricolari e il contesto socio-culturale e istituzionale che circonda la scuola costituisce una vera e propria condizione di fattibilità e di successo dell’operazione, resa oltremodo difficile dalla aperta ostilità della Chiesa spagnola, che vede in essa un’alternativa laica-laicista all’insegnamento della religione cattolica, che è invece diventato facoltativo.

Se il ddl Gelmini sarà approvato nella sua forma attuale ci sarà formalmente una certa analogia tra la situazione della Spagna e quella dell’Italia: in entrambi i Paesi l’Educazione civica sarà obbligatoria e darà luogo a una valutazione sul livello di apprendimento conseguito dagli allievi, mentre l’insegnamento della religione cattolica (o di attività alternative ad essa) sarà facoltativo. La differenza starà, probabilmente, nel diverso atteggiamento delle rispettive Conferenze episcopali: polemico e ostile quello dei vescovi spagnoli, data la matrice esplicitamente laica dell’insegnamento ivi previsto (si parlerà, per esempio, del nuovo diritto di famiglia, matrimoni gay compresi); più cauto e dialogante quello della CEI, che potrà contare sulla stesura di Indicazioni nazionali, da parte del governo Berlusconi-Gelmini, certamente non ostili alla cultura e ai valori espressi dal mondo cattolico.

 

 

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