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L’educazione al cosmopolitismo in un convegno di Intercultura

La Fondazione Intercultura ha organizzato, dal 7 al 9 aprile 2011, un convegno internazionale a Milano, dal titolo “Ricomporre Babele: educare al Cosmopolitismo”, con obiettivi molto ampi. Si intende infatti ragionare sulla riconquista di un’unità perduta e di una città comune, come fu quella dell’antica Babele: la struttura, l’organizzazione, l’ethos di una ipotetica città mondiale e l’educazione dei suoi cittadini. Che cosa significa oggi essere o sentirsi cosmopolita o “cittadino del mondo”?

La discussione di questi temi è dal tutto coerente alla mission che la Fondazione Intercultura si è data. Nella sua dichiarazione programmatica, la Fondazione con sede a Colle Val d’Elsa ricorda che “chi si sente a disagio fuori dalla propria nazione e dalla propria lingua è un cittadino dimezzato e un attore inefficace sul mercato globale”. E indica alcuni obiettivi prioritari per chi si occuperà di educazione nei prossimi anni: “aprirsi al mondo senza spaesarsi; vedere la realtà da molte prospettive; scoprire i confini della propria cultura interagendo con quelle altrui; sentire legami comuni di umanità sotto il fluire di differenze appariscenti”.

L’esplorazione del concetto di cosmopolitismo dal punto di vista sociologico, politico, etico, culturale è dunque contiguo a una riflessione del tutto concreta volta a evidenziare quali conoscenze e quali strumenti  dovrebbe possedere un giovane che si prepara a vivere in una società globalizzata.

Per sviscerare i temi sopraesposti, il convegno presenta un programma molto denso, volto a costruire risposte e riflessioni attorno a queste domande: quali sono gli scenari probabili di una città mondiale? Quali le strutture politiche per governarla? Quale la prospettiva delle Nazioni Unite e il progetto di una “alleanza delle civiltà”? Quali le maggiori trasformazioni in atto? Quali i punti di vista delle regioni “periferiche” negli equilibri mondiali? Quali codici etici comuni in un mondo diviso da conflitti religiosi? Quale il ruolo di un pensiero scientifico condiviso da tutta l’umanità? Quale la possibilità di sopravvivenza delle diverse tradizioni quotidiane: alimentazione, abitudini, riti sociali? E di fronte a questi interrogativi: come si pone la scuola? nel mondo Occidentale, in Asia, nel quadro dell’Unesco? come educare all’empatia, ai diritti umani, alla cittadinanza? come proporre atteggiamenti mentali che favoriscono la risoluzione dei conflitti? e infine il cosmopolitismo è veramente un obiettivo comune dell’umanità?

Maggiori informazioni sul convegno sono disponibili sul sito dedicato allestito da Intercultura: http://www.ricomporrebabele.org/. Il programma definitivo è consultabile cliccando qui.

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