L’Economist (ri)boccia Berlusconi ma promuove Gelmini e Letta (Enrico)

Ancora una volta il settimanale Economist si occupa dell’Italia ‘di Berlusconi’, e come sempre non è tenero con il leader italiano, che la rivista inglese giudicò unfit (inadatto, inadeguato) a guidare il governo del nostro Paese già anni fa. Un’opinione che viene sostanzialmente confermata nell’ultima inchiesta dedicata all’Italia, di cui sono state rese note alcune anticipazioni.

Questa volta però il giudizio è più articolato, forse anche più approfondito, indaga sulla storica difficoltà di colmare i divari tra il Nord e il Sud del Paese, individua una delle cause della stagnazione economica nella “giungla di piccole lobby”, afferma che questi problemi non sono stati risolti dalla permanenza di Berlusconi a Palazzo Chigi, ma valuta anche che “se l’Italia è un paziente con qualche strana malattia, Berlusconi ne è il sintomo, più che la causa”.

Di conseguenza l’autore del servizio, John Prideaux (35 anni), non è ottimista sul destino dell’Italia anche dopo il congedo dalla politica di Berlusconi, ma il compito dei suoi successori potrebbe essere facilitato dal fatto che i risultati negativi dell’Italia “lasciano ampi spazi di miglioramento con un impegno relativamente limitato”.

Per il dopo Berlusconi il pragmatico inviato dell’Economist giudica “troppo populista” Nichi Vendola  (‘populista’ è lo stesso aggettivo usato per Berlusconi) e mostra interesse e apprezzamento per i riformisti, accomunando nel giudizio positivo due giovani politici pur attualmente appartenenti a schieramenti contrapposti: Mariastella Gelmini ed Enrico Letta. Tutto sommato, conclude il settimanale inglese, l’Italia potrebbe anche barcamenarsi e adattarsi a un lento declino, “impoverendosi e invecchiando sempre più, ma comunque restando a galla abbastanza agevolmente”.  Per cambiare e riprendere a svilupparsi l’Italia avrebbe bisogno invece di un “nuovo risveglio, come quello che portò all’unificazione 150 anni fa”. E di una nuova generazione di politici “non populisti”.