Le Regioni: un ruolo ancora non esploso

Le Regioni, con l’attuazione immediata del Titolo V della Costituzione, dovevano essere poste nella condizione di legiferare per far conoscere alle famiglie e al paese che investivano strategicamente sul sistema dell’istruzione e formazione professionale secondario (14-18 anni) e superiore (18-23 anni). E che dunque l‘istruzione tecnica e professionale non solo non si sarebbe ridimensionata, ma che si sarebbe ulteriormente potenziata e qualificata.
Infatti, è dalle Regioni che devono partire sperimentazioni diffuse non solo di pur significativi percorsi triennali, come è accaduto, ma di intere filiere di percorsi di istruzione e formazione professionale che rilasciassero titoli di qualifica, di diploma secondario, di diploma superiore e di alta formazione e che dessero un’immagine tangibile del loro essere di pari dignità e concorrenziali con i percorsi liceali e universitari. È dalle Regioni che può partire una controffensiva verso la tendenza dell’attuale Governo che, per come sta conducendo l’attuazione del secondo ciclo, pensa di mantenere e gestire l’80/90% dell’istruzione secondaria delle nuove generazioni.
Per le Regioni, per recuperare il tempo perduto e per non compromettere per sempre l’idea che si può e si deve fare cultura e formazione alta anche nei percorsi professionalizzanti, devono essere create le condizioni per sviluppare le nuove funzioni e i nuovi compiti con l’attribuzione delle risorse finanziarie e delle necessarie responsabilità sulle entrate nonché con l’individuazione di chi è titolare della verifica dell’effettiva erogazione di servizi e dell’adeguatezza delle loro prestazioni. Spiace osservare che i grandi giornali, la tv e il mondo della cultura prestano grande e giusta attenzione alle scalate bancarie, agli intrecci degli affari, alle ripicche politiche che ne conseguono, ma tacciono su questi problemi che sono decisivi per il nostro futro e che producono più danni di una bancopoli come quella che raccoglie, in queste settimane, così tanto interesse.