Le professioni e le competenze del futuro

“Il futuro delle competenze” è il titolo di uno studio che la Pearson internazionale, società editrice multinazionale (presente anche in Italia) con sede a Londra, ha realizzato in collaborazione con Nesta, fondazione specializzata in ricerche sull’innovazione, e la Oxford Martin School.

La ricerca, che aggiorna i dati di un analogo studio realizzato nel 2017, analizza i trend del mercato del lavoro da qui ai prossimi dieci anni, fino al 2030, prendendo come punto di riferimento gli USA e il Regno Unito: quali professioni cresceranno e quali subiranno una contrazione e, in parallelo, quali competenze professionali saranno più importanti in ottica occupazionale. Per molti aspetti le tendenze manifestatesi sono comuni a tutti i Paesi ad elevato sviluppo, e questo rende la ricerca interessante e utile anche al di là del contesto anglosassone esaminato.

La metodologia adottata è innovativa perché affianca alle classiche previsioni degli esperti un sistema informatizzato di classificazione automatica in autoapprendimento (“machine-learning classifier”) delle probabilità di sviluppo o di riduzione sia delle professioni che delle competenze ad esse correlate. 

Circa il 10% della forza lavoro – dice la ricerca – si occupa oggi di attività che cresceranno, mentre il 20% svolge attività che probabilmente andranno a ridursi, mentre per il restante 70% per ora non è possibile dire con certezza che cosa accadrà. Sono più a rischio comunque le attività dei settori industriali e commerciali passibili di automatizzazione, mentre è poco probabile che le occupazioni, pur a bassa specializzazione, nel campo dell’edilizia e dell’agricoltura, vadano incontro a un peggioramento delle condizioni del mercato del lavoro.

Invece nei settori dell’istruzione, della sanità e del pubblico impiego, affermano i ricercatori, “si assisterà ad una considerevole crescita dell’occupazione”, a condizione che le mansioni dei loro addetti vengano continuamente aggiornate (reskilling).

Lo studio tende a prendere le distanze sia dalle visioni allarmistiche sia da quelle entusiastiche circa l’impatto dell’innovazione tecnologica sul lavoro e sulle professioni.  “Le abilità che saranno con molta probabilità più richieste in futuro saranno quelle che implicano spiccate competenze e abilità interpersonali, cognitive e di sistema”. La futura forza lavoro avrà perciò bisogno di conoscenze molto più approfondite e ampie, e di competenze sempre più specializzate. La scuola avrà il compito di fornire le nuove competenze trasversali (employability skills) strategiche per un mondo del lavoro investito da un cambiamento continuo, sia tecnologico che organizzativo. 

La ricerca è disponibile online sul sito: pearson.it/futuro-competenze