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Le pratiche dialogiche e la scuola

di Carla Sacchi

14 ottobre, giornata conclusiva della Conferenza internazionale sulle pratiche dialogiche a Torino. La Professoressa Susana Alonso dell’Università Francisco de Vitoria di Madrid presenta le ricerche svolte sul Servizio di Coaching. Il Coach non è un consulente, la sua capacità migliore è quella di vedere il suo cliente non come egli si presenti in quel momento, ma come potrebbe essere e il mezzo più potente che ha a disposizione è la domanda. Il risultato può essere straordinario se il dialogo che intercorre tra Coach e cliente presenta delle caratteristiche quali: rispetto, apertura creativa generosità, ascolto, silenzio interiore, confidenza. Le skill che un coach sviluppa in sé riguardano la consapevolezza che il valore sia dentro di noi, la qualità del porsi nella relazione, la disposizione dialogica, l’ascolto, l’uso di tecniche di mindfulness, l’essere presente nella situazione nel qui e ora, riconoscere e comprendere il silenzio.

Possiamo immaginare il docente come un Coach dialogico? Come le pratiche dialogiche potrebbero risultare efficaci nella scuola?

A conclusione delle tre giornate dense, significative e stimolanti per un continuo lavoro su se stessi come persone e professionisti la riflessione può tornare a quali siano le caratteristiche di un dialogo, dell’ascolto generoso, delle skill di un coach e valutare nell’esercizio della nostra professione quanto di questo già sia in atto, seppur migliorabile, quanto potremmo prefissare come mete da raggiungere, perché la nostra è sì una professione, ma l’elemento umano è imprenscindibile e la relazione onnipresente. La riflessione si estende anche ai limiti che la realtà scolastica impone ovvero il fattore tempo. L’orario scolastico è nella maggior parte dei casi fissato annualmente, l’orario settimanale del docente è fissato da contratto, le aspettative dei genitori e della società sono che la scuola insegni, supporti gli studenti ad imparare e a saper utilizzare quanto appreso nella vita. Le pratiche dialogiche offrono ascolto e l’ascolto richiede tempo, hanno alla base il dialogo e il dialogo richiede tempo, il silenzio è necessario, ma anche il silenzio richiede tempo. Come possiamo essere veramente dialogici senza lasciarci imprigionare in questi limiti?

La chiusura del congresso da parte del direttore generale IUSTO Rebaudengo Prof. Alessio Rocchi riprende proprio questo concetto del tempo lasciando aperta la possibilità di incontri su questa tema.

La scuola ha l’opportunità di lavorare su questo fronte ed è da questo che cominciamo con il Presidente Dialogical Practices Coaching&Mindfulness Prof. Marco Braghero al quale chiediamo un bilancio del congresso. Moltissime le esperienze presentate, i progetti in atto e soprattutto le aperture per i prossimi passi: una di queste di grande interesse per la scuola. È stato deciso, infatti, di costituire nell’ambito dl Dialogical Practices Coaching and Mindfulness per il public service, una rete per le scuole, e le comunità educanti nel loro insieme: dirigenti, docenti, personale scolastico ATA, studenti e famiglie. Di questa rete vi faremo sapere nei prossimi articoli e webinar. Tutto il mondo dialogico era presente a Torino in tre giorni di confronto tra le varie anime e campi di applicazione delle pratiche dialogiche. Gli europei si sono confrontati con gli operatori provenienti da molte altre parti del mondo, cinque continenti rappresentati.

Io credo che molte scuole abbiano nelle proprie corde la sensibilità verso il dialogico e che valga la pena conoscerne le pratiche, ci saranno le difficoltà e i vincoli, ma come dice il Professor Seikkula “…as soon as the baby breathes, he is right away an actor for dialogue. So there is nothing to learn, but it is so elementary that it becomes obvious…”( “…appena il bambino comincia a respirare è già un attore del dialogo. Quindi non c’è nulla da imparare, è così elementare che diventa ovvio…”).

Leggi il resoconto delle altre due giornate del Convegno
La scuola del dialogo è possibile?
Pratiche dialogiche: lo stupore e il mistero che funziona

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