
Le nuove Indicazioni nazionali sono il risultato di una previsione normativa?

Voci raccolte nel Palazzo della Minerva in viale Trastevere a Roma, danno per imminente l’uscita del testo delle nuove Indicazioni nazionali, non si sa se in forma completa o parziale.
Sarà interessante, innanzitutto, verificare se si tratta – come sostengono alcuni critici – di un ritorno sostanziale ai Programmi Ministeriali (definiti dal Ministero nel primo mezzo secolo di scuola repubblicana), oppure di una normale rivisitazione/integrazione delle Indicazioni Nazionali (previste dal decentramento e dall’autonomia scolastica quasi un quarto di secolo fa).
Un’altra curiosità tutta da chiarire riguarda l’eventuale disposizione normativa che giustificherebbe la revisione delle Indicazioni nazionali del 2012 la cui presentazione ufficiale, a suo tempo, aveva questa premessa introduttiva: “Le presenti Indicazioni nazionali sono state elaborate ai sensi dell’art. 1 del DPR 20 marzo 2009, n. 89, secondo i criteri indicati nella C.M. n. 31 del 18 aprile 2012…”.
L’art. 1 del DPR 89 prevedeva che, dopo il triennio 2009/10-2011/12, le Indicazioni nazionali di cui al d.lgs. 59/004, aggiornate dalle Indicazioni per il curricolo di cui al decreto del Ministro della pubblica istruzione in data 31 luglio 2007, fossero ridefinite, previo monitoraggio, con atto ministeriale.
La CM 31/2012 – Revisione delle Indicazioni nazionali per la scuola dell’infanzia e per il primo ciclo di istruzione, sulla base del monitoraggio condotte al termine del triennio, prevedeva di:
- a) procedere alla revisione delle Indicazioni nazionali per pervenire, entro il termine del 31 agosto 2012, ad un testo definitivo;
- b) assumere il documento “Indicazioni per il curricolo” di cui al D.M. 31 luglio 2007 come base per un lavoro di revisione e consolidamento;
- c) imperniare il processo di revisione su un intenso, anche se necessariamente breve, processo di consultazione delle scuole.
Successivamente un lavoro di revisione e di manutenzione condotto dallo stesso Comitato scientifico nazionale ha redatto il documento Indicazioni nazionali e nuovi scenari del 2018, che recepiva gli orientamenti emergenti più significativi, soprattutto a proposito dei temi dell’ambiente e della sostenibilità (Agenda 2030 dell’ONU) e della sempre maggiore rilevanza che le tecnologie digitali andavano assumendo.
Per le nuove Indicazioni Nazionali il ministro Valditara ha fatto riferimento all’Atto di indirizzo per il triennio 2025-27. Ma l’Atto di indirizzo non è una norma cogente.
Il ministro troverà un’altra via normativa per validare le “sue” Indicazioni?
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