Le norme sulle iscrizioni 2004 dovranno chiarire i problemi aperti sugli anticipi

A gennaio, come ogni anno, circa due milioni di famiglie saranno alle prese con la scelta della scuola per i propri figli. Per la scuola dell’infanzia il problema è cosa scegliere tra pubblica e paritaria; per la scuola primaria e la secondaria di primo grado (ex-elementare ed ex-scuola media) c’è da scegliere anche, disponibilità permettendo, tra scuola a orario normale e scuola a tempo pieno; per gli istituti superiori tra licei, tecnici, professionali e artistici.
Quest’anno c’è o, meglio, ci potrebbe essere un’opzione in più: gli anticipi nella scuola dell’infanzia e nella scuola primaria. Il condizionale è d’obbligo, vediamo perché.
Dopo una prova di assaggio degli anticipi nelle 251 istituzioni scolastiche sperimentali prima del varo della legge vera e propria di riforma, nell’anno scolastico scorso le iscrizioni anticipate arrivarono “posticipate” di qualche mese (aprile 2003) e solo per la scuola primaria. L’anticipo nella scuola dell’infanzia è rimasto al palo: sospeso, rinviato, annullato.
In vista delle normali iscrizioni per il 2004-2005 le prime domande sono proprio queste: ci saranno gli anticipi di iscrizione nella scuola dell’infanzia? Sono state trovate le intese con gli Enti locali? Ci sono le condizioni per gli anticipi in tutte le scuole dell’infanzia?
Gli anticipi nella scuola primaria invece sono regolarmente decollati, ma ci si chiede se, data la genericità del testo di schema di decreto legislativo, per l’anno prossimo il termine sarà ancora una volta quello del 28 febbraio, oppure si farà un piccolo passo in avanti verso il 31 marzo o addirittura già si passerà al 30 aprile.
La questione non è di poco conto in relazione alle somme disponibili per sostenere il processo attuativo della riforma. Il differimento del termine del 28 febbraio comporterebbe un incremento di organico e perciò della spesa da coprire con fondi tratti dai 90 milioni di euro stanziati nella finanziaria in corso di approvazione che già sono insufficienti per gli altri costi della riforma.
Una mancata risposta agli anticipi per l’infanzia e uno stop per quelli della primaria non sarebbero un bel segnale circa la vitalità percorso della riforma.