Le famiglie dei bulli

Alunno dodicenne di scuola media di Grosseto troppo bravo per essere accettato dai compagni, che lo puniscono mettendogli la testa nel water e facendo scendere l’acqua, davanti ad una decina di testimoni divertiti.
Alunna quattordicenne di Roma palpeggiata e filmata da tre compagni che minacciano di diffondere le immagini su internet se racconta l’episodio.
Sono gli ultimi episodi di una storia senza fine di bullismo all’italiana.
Gli autori della bravata verso lo studente toscano vengono sospesi per tre giorni. La famiglia della ragazzina romana denuncia i ragazzi violentatori.
La scuola, in questi casi, ha fatto, a quanto pare, quello che poteva fare. Non sappiamo cosa abbiano fatto in termini di prevenzione i docenti e i dirigenti scolastici interessati.
Il ministro della PI Fioroni in questi giorni ha bacchettato i dirigenti scolastici arrivando a dichiarare: “Vi sembra normale che per ogni episodio di bullismo debbo intervenire io mandando un ispettore?”.
La questione del bullismo non è, secondo noi, soltanto un fatto di repressione e di giustizia scolastica pronta ed efficace. È soprattutto prevenzione, educazione al rispetto e al valore della persona e delle cose.
Vorremmo sapere cosa hanno fatto i genitori di quei bulli di Grosseto e di Roma. Hanno minimizzato, difeso, lasciato perdere, arrivando ad accusare le vittime di provocazione?
Ci piacerebbe saperlo, e vorremmo augurarci che invece di fare i sindacalisti dei propri figli – come usa dire proprio il ministro Fioroni – abbiano il coraggio di intervenire senza mezze misure con sanzioni tanto forti quanto salutari, non trascurando di pretendere dai bulli di famiglia un’azione concreta di scuse verso le vittime.
In Germania i bulli peggiori li rieducano all’estero, Siberia compresa. Fra non molto tempo, visto che i bulli crescono, anche da noi si dovrà prendere in esame una simile estrema decisione per i peggiori?