Le commissioni dei concorsi: un ostacolo che imbriglia il sistema

Tra gli appuntamenti mancati in questo inizio del nuovo anno scolastico ci sono numerose graduatorie di merito (GM) del concorso docenti, non definite in tempo utile per la nomina dei vincitori al 1° settembre 2024 come prospettava il primo obiettivo del PNRR.

Per rimediare a questo obiettivo mancato, un emendamento dell’ultima ora in sede di conversione del decreto-legge ha previsto una proroga straordinaria delle GM a dicembre, in modo di avere i vincitori (che il Ministro Valditara ha quantificato in circa 10mila) entro il 2024.

La questione va ben oltre il problema, seppur transitorio, di dover nominare per quattro mesi altrettanti supplenti temporanei che rimarranno in cattedra in attesa della nomina dei nuovi titolari, incidendo sulla precarietà del sistema scolastico, sempre più in attesa di stabilizzazione.

Dietro quel rinvio straordinario si nasconde un problema congiunturale che rischia ormai di diventare strutturale, minando alla base l’attuale sistema di reclutamento dei docenti.

Ci riferiamo alla costituzione delle commissioni esaminatrici, un gravame amministrativo che sta mettendo a dura prova gli Uffici Scolastici Regionali, impegnati continuamente (e sfiancati) a cercare e nominare i commissari, nonché a provvedere alla sostituzione dei tanti che, a nomina già avvenuta, si dimettono per ragioni varie (tra cui, il tardivo accertamento degli onerosi impegni preparatori per la prova orale).

A maggio le sostituzioni di commissari avevano già superato ampiamente i 200 casi.

Per tutte queste ragioni ostative e per gli impegni di servizio (i commissari non fruiscono di esonero) che prolungano i tempi di svolgimento delle prove, molte procedure sono andate per le lunghe, determinando anche quel ritardo conclusivo delle graduatorie di merito finali per le nomine dei vincitori che ha motivato l’emendamento di proroga straordinaria delle GM a dicembre.

A fine agosto, per il concorso di scuola secondaria, delle 1.242 graduatorie di merito previste (283 per la secondaria di I grado e 959 per quelle di II grado), erano state definite 537, pari al 43% di quelle attese. Sarà difficile che entro dicembre si riesca a colmare un simile ritardo.

Le commissioni – loro malgrado – non sono la soluzione, ma il problema, l’ostacolo vero per semplificare le procedure.

Occorre mettere mano rapidamente ad una revisione delle norme in merito, prevedendo, ad esempio, l’esonero dal servizio dei commissari.

E infine occorre prevedere un secondo canale di reclutamento per gli idonei dei concorsi.

Quali conclusioni si possono trarre riguardo al problema commissari dei concorsi? Siamo di fronte a una sorta di eterogenesi dei fini: c’è un obiettivo, un reclutamento efficace ed equo. C’è uno strumento, il concorso pubblico (previsto dalla Costituzione per entrare nella PA), che sarebbe quello più adatto. Ma per essere anche uno strumento efficiente e tempestivo, servono i commissari: finché si continuerà a pretendere che svolgano il loro impegnativo lavoro senza essere esonerati, almeno parzialmente, dagli impegni ordinari e ad essere sottopagati (ricorderete l’inchiesta di Tuttoscuola sui commissari “pagati un euro l’ora”), “il cane si morderà la coda”.

Ergo: concedere esoneri (o semiesoneri) e pagare il giusto, risolvendo un problema che incancrenisce il sistema e ha una serie di ricadute enormi (reclutamento inefficace, precariato indotto, discontinuità didattica, etc). Lo si vuol capire o no, soprattutto dalle parti di Via XX settembre?

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