L’autunno caldo della scuola italiana
Le premesse ci sono tutte. A pochi giorni dalla riapertura delle scuole il ministro Moratti si trova al centro di un vero e proprio groviglio di problemi, e di una serie di iniziative che rendono caldo l’inizio del nuovo anno scolastico. I fronti aperti sono numerosi: da quello sindacale (il contratto del personale è scaduto il 31 dicembre 2001, il concorso per dirigenti è al palo da mesi) a quello parlamentare (il disegno di legge delega procede tra grandi difficoltà, non tutte dovute a ostruzionismo dell’opposizione).
Segnali di malessere e azioni di protesta emergono in quasi tutte le realtà locali toccate dal taglio degli organici, mentre il gran pasticcio delle graduatorie per il conferimento degli incarichi e delle supplenze, e il ventilato taglio dei posti di sostegno, tengono in fibrillazione migliaia di docenti.
C’è poi il fronte più propriamente politico, che appare contrassegnato da una malcelata irritazione dei partiti (ci riferiamo a quelli della maggioranza) nei confronti dei ministri “tecnici”, come la Moratti, Lunardi o Sirchia.
L’inizio del nuovo anno scolastico vedrà inoltre l’esordio delle “Intese” sottoscritte con sette Regioni e con la Provincia di Trento per la sperimentazione del nuovo canale professionale, e soprattutto la contestata sperimentazione della scuola dell’infanzia e della scuola elementare.
I prossimi quattro mesi saranno ardui e decisivi: se il ministro Moratti riuscirà a tenere la rotta tra tanti scogli, si guadagnerà sul campo quella legittimazione politica che alcuni suoi “amici” le rimproverano di non possedere. Altrimenti…
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