L’autonomia scolastica alla prova della scheda di valutazione

La circolare ministeriale 85/2004 sul nuovo sistema di valutazione sta provocando piccoli terremoti in tutte le istituzioni scolastiche ormai prossime al giro di boa del primo quadrimestre.
Abrogato il modello ministeriale di scheda dell’alunno per elementare e media, le scuole devono provvedere in proprio alla definizione di nuovi modelli e anche alla relativa stampa e duplicazione.
Tolta la competenza del ministero nella definizione del modello di scheda e nella sua diffusione sull’intero territorio nazionale, è venuto meno anche l’onere di stampa a carico del Poligrafico dello Stato.
E ora, sull’intero territorio nazionale, come è immaginabile, avviene un po’ di tutto.
Vi sono molti istituti che hanno fatto proprio integralmente l’esempio di scheda ministeriale, limitandosi alla semplice duplicazione, ma tanti altri hanno colto l’occasione per apportare modifiche formali e sostanziali a quel modello.
C’è anche chi ha deciso, sfidando l’autorità della circolare ministeriale, di confermare integralmente le schede del passato senza riferimenti ai nuovi obiettivi di apprendimento proposti dai nuovi Piani di studio, né alla valutazione del comportamento prevista per legge. Diverse scuole hanno escluso dalla scheda la valutazione della religione cattolica, collocandola, come avveniva anche prima, in una nota separata. Di tutto e di più, insomma.
Le case editrici specializzate (Spaggiari, Risa, ecc.) hanno avuto il loro da fare per corrispondere alla numerose richieste di schede personalizzate. Un modo per ridurre i costi è quello adozioni di nuove schede in forma consorziata da parte di scuole che hanno convenuto su modelli comuni, come ad esempio a Bari, a Reggio Emilia e in altre province, strappando un costo a scheda di soli 15 centesimi (probabilmente meno del costo di stampa del Poligrafico a carico dello Stato).