Tuttoscuola: Il Cantiere della didattica

L’aumento di alunni stranieri è assicurato da quelli di seconda generazione

Le polemiche suscitate dalle parole dell’assessore all’istruzione del comune di Roma, Marsilio, che ha considerato stranieri gli alunni di seconda generazione, cioè nati in Italia da genitori stranieri, hanno richiamato l’attenzione su questa particolare tipologia di alunni con cittadinanza non italiana.

Complessivamente gli alunni stranieri inseriti nelle scuole italiane dovrebbero toccare quest’anno quota 700mila, in aumento rispetto agli scorsi anni, come sta succedendo, senza interruzione, da moltissimo tempo.

Di questi, circa il 40% sono di seconda generazione. Ed è proprio grazie a questo numero crescente che il livello di inserimento di alunni stranieri nelle nostre scuole continua ad aumentare, perché, se dipendesse soltanto dal flusso migratorio esterno, ridotto a poche migliaia, gli alunni stranieri sarebbero molto meno.

Gli stranieri nella scuola dell’infanzia sono di seconda generazione quasi per il 78%; nelle prime classi della scuola primaria gli stranieri nati in Italia superano ormai la metà. Tra un paio d’anni gli alunni con cittadinanza non italiana saranno per metà di seconda generazione: una percentuale destinata ad aumentare, visto anche che, soprattutto per la crisi economica mondiale, i flussi migratori verso l’Italia si sono attenuati.

Significa quindi che gli alunni con cittadinanza non italiana nati in Italia si possono considerare sostanzialmente come gli alunni italiani, senza difficoltà di inserimento e di integrazione nell’uso della lingua e nelle conoscenze complessive?

Sulla base di quanto riferiscono diversi dirigenti scolastici sembra che qualche problema per una totale equiparazione ci sia, soprattutto nelle classi iniziali. Ovviamente non tutte le situazioni sono uguali, ma forse le considerazioni dell’assessore romano avevano qualche fondamento, anche se nella scuola Pisacane dove le ha pronunciate forse non erano del tutto appropriate. 

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