L’Anci sollecita lo sblocco dei fondi per l’edilizia scolastica

L’ANCI ritiene “indispensabile affrontare e concordare le politiche per l’edilizia scolastica in un apposito incontro di Conferenza Stato-Città ed Autonomie locali, ferma restando l’urgenza di sbloccare ed assegnare al più presto i fondi straordinari previsti dalla delibera CIPE del 6 marzo 2009“. E’ questa la richiesta contenuta nella lettera che il Presidente dell’Associazione, Sergio Chiamparino e la responsabile Scuola e Formazione, Daniela Ruffino hanno inviato al Ministro dell’Interno, Roberto Maroni e al Ministro dell’Istruzione, Maria Stella Gelmini.

Come è noto – scrivono Chiamparino e la Ruffino – la condizione strutturale degli edifici scolastici, si presenta in maniera differenziata sul territorio nazionale e risulta, quanto mai necessario, procedere rapidamente all’assegnazione dei fondi CIPE, per consentire intanto a molti Comuni di effettuare gli interventi urgenti evidenziati dall’ultima rilevazione compiuta a seguito del drammatico episodio di Rivoli’‘.

Dopo aver fatto presente che, lo scorso 31 dicembre è scaduto il termine per il completamento da parte degli enti proprietari delle opere di messa in sicurezza e adeguamento degli edifici scolastici, i rappresentanti dell’ANCI segnalano che “in molti Comuni, i forti limiti imposti dal Patto di stabilità e l’insufficienza delle risorse a disposizione, ne hanno impedito il completamento. Altri Comuni, pur avendo completato i lavori, si trovano nella situazione di dover nuovamente intervenire in edifici già posti in sicurezza, a causa delle riclassificazioni sismiche intervenute successivamente o per adeguare le strutture in base alle norme che continuano a succedersi negli anni“.

Per permettere la realizzazione di quanto sopra – aggiungono – è anche opportuno procedere all’esclusione dal patto di stabilita, almeno per i prossimi due anni, delle opere di edilizia scolastica, anche a seguito dell’odg approvato alla Camera nell’ambito delle votazioni sul D.L. n.2/10 enti locali. Tale provvedimento, dovrà essere accompagnato dalla programmazione di un piano finanziario pluriennale che garantisca uno stanziamento adeguato di risorse e di regolarita’ nella loro erogazione“.

Solo con risorse economiche certe – concludono Chiamparino e Ruffino – sarà possibile permettere, a chi è già in regola con le normative, di investire nella manutenzione delle strutture già esistenti, nell’ampliamento e la costruzione di nuovi edifici e completare i lavori di adeguamento e messa a norma“.