L’amarcord di Berlinguer: quei tardogentiliani di destra e sinistra…

L’appello del governatore della Banca d’Italia Draghi affinché siano adottate “nuove regole che premino il merito di docenti e ricercatori” ha riacceso nell’ex ministro Luigi Berlinguer il ricordo di una ferita mai rimarginata, quella provocata dalla gigantesca manifestazione di docenti – la più imponente del dopoguerra – che travolse nel febbraio 2000 il suo tentativo di differenziare le retribuzioni in base al merito, da accertare attraverso il cosiddetto “concorsone”.
Eppure “Cgil, Cisl, Uil e Snals avevano sostenuto sia la proposta che lo strumento” (il test), e solo la Gilda e i Cobas si erano opposti, ma erano “numericamente ininfluenti“, lamenta Berlinguer in un’intervista a Gabriela Jacomella sul “Corriere della Sera“. L’ex ministro (che a seguito della vicenda non fu confermato e fu sostituito da Tullio De Mauro) ancora oggi accusa “alcuni tardogentiliani di destra e di sinistra” di aver boicottato la sua operazione, cavalcando il conservatorismo della categoria.
A noi sembra, ora come allora, che a determinare il rifiuto di massa della sua proposta sia stato non tanto il principio della differenziazione delle retribuzioni, ma soprattutto il carattere arbitrario e considerato umiliante per l’intera categoria degli strumenti predisposti per misurare il merito individuale: i test, la valutazione della performance didattica, l’idea che a parità di prestazioni possano corrispondere compensi più alti per “i più bravi” così selezionati. Del resto lo stesso Berlinguer riconosce che “il merito era giusto, il metodo sbagliato“.
Diversa sarebbe stata (e riteniamo che sarebbe) la risposta degli insegnanti ad una proposta di diversificazione delle retribuzioni fondata sulla valutazione e valorizzazione del loro curricolo professionale (titoli di studio e di specializzazione, corsi di formazione teorico-pratici certificati, partecipazione documentata a progetti di successo, partecipazione a concorsi ecc.) cui corrispondano specifici compiti all’interno dell’organizzazione scolastica.
Dice oggi Berlinguer: “bisogna garantire incentivi, riaprire il dialogo con i sindacati. Forse all’epoca era prematuro, ma sono contento di avere aperto una strada. Su cui ora bisogna proseguire, con fermezza e determinazione. E con saggezza“. Appunto.