L’alternativa radicale è lo studio domestico (homeschooling)

Negli USA almeno un milione e centomila studenti, secondo dati ufficiali del governo (che secondo alcuni tende a sottostimare il fenomeno), non frequentano più alcuna scuola, né pubblica né privata: studiano a casa, assistiti dai genitori e da appositi centri specializzati nell’istruzione a distanza.

All’origine del fenomeno, molto cresciuto negli ultimi quindici anni, è stata non tanto la fiducia nelle nuove tecnologie quanto la sfiducia nella scuola pubblica, accusata di essere rigida, inefficiente, poco sensibile alle esigenze delle famiglie, e soprattutto pericolosa e sottoposta a rischi di decadimento sul piano morale. Accuse che risuonano talvolta anche in Italia, e che sono state riproposte con forza in questi giorni, soprattutto l’ultima, da parte dei genitori che hanno denunciato gli insegnanti della scuola di Rignano Flaminio.

La diffusione di sentimenti di sfiducia e di sospetto nei confronti della scuola pubblica è stata all’origine del fenomeno dello homeschooling negli USA, promosso in prevalenza da famiglie di orientamento conservatore sul piano politico e religioso. Potrebbe accadere lo stesso anche da noi? In Italia e in Europa, finora, l’alternativa alla scuola pubblica è stata la scuola privata, ma è di questi giorni la notizia che in Germania 500 famiglie hanno deciso di educare i figli tenendoli a casa malgrado le multe previste in quel Paese a carico di chi evade l’obbligo scolastico.

Da noi non ci sarebbe neppure questo rischio perché la cosiddetta “educazione paterna” è prevista e legale. Basta dimostrare di avere le condizioni economiche per provvedere direttamente all’educazione dei figli. Finora l’educazione paterna non ha trovato spazio, ma l’aumento della sfiducia verso la scuola pubblica, insieme allo spostamento dell’accento dai curricoli agli esami e alle certificazioni potrebbero creare anche da noi, specie se accompagnati dall’assegnazione di buoni studio alle famiglie che volessero intraprendere questa strada, terreno fertile per lo sviluppo del fenomeno. Con risparmi non irrilevanti, fra l’altro, per le finanze pubbliche.