L’accordo quadro con le regioni/3: un punto di partenza

Settembre è vicino e sarà necessaria un’attività intensa per recuperare l’attenzione e il consenso dei ragazzi. Potrebbe anche non bastare, ma ciò non toglie che la strada imboccata con questo accordo-quadro che apre di fatto l’attuazione della riforma, sembra più efficace del muro contro muro che troppe volte finora ha prevalso. Ora però c’è da lavorare parecchio.

Lo strumento sperimentale, assolutamente indispensabile per superare una fase di emergenza, per avere credibilità deve essere corredato dall’indicazione dei criteri e delle modalità per definire i livelli essenziali delle prestazioni, gli obiettivi specifici di apprendimento, gli standard formativi omogenei a livello nazionale. Tutto ciò richiede l’approvazione contestuale di un decreto legislativo per assicurare la spendibilità nazionale dei titoli, il passaggio dai percorsi formativi ai percorsi scolastici.

Una volta elaborati tali strumenti sarà possibile orientare le varie scelte per assicurare i diritti di istruzione e formazione di tutti, superando una logica di adattamento delle prassi vigenti. In sintesi la sperimentazione deve concorrere a delineare e validare il modello formativo, definire un modello organizzativo, raccogliere elementi per sostenere le azioni delle amministrazioni regionali. Insomma quest’accordo tra governo e regioni va visto più come il positivo inizio di un percorso che come un traguardo raggiunto.