L’accordo quadro con le regioni/2: la riforma unisce?

L’accordo quadro tra ministeri dell’istruzione e del lavoro, da una parte, e regioni, province e comuni, dall’altra, per avviare in via sperimentale su tutto il territorio nazionale una nuova offerta formativa per i ragazzi che escono dalla terza media senza più l’obbligo di continuare la scuola, può forse rappresentare un metodo per invertire la china presa negli ultimi tempi dai processi di riforma in campo formativo.
Le istituzioni firmatarie dell’accordo-quadro hanno trovato intesa e unità di intenti, rinunciando alla suggestione dei richiami politici che da mesi, anche in tema di istruzione e di formazione, caratterizzano lo scontro dei due opposti fronti parlamentari e partitici.

L’emergenza, determinata da un vuoto legislativo pericoloso che potrebbe danneggiare migliaia di ragazzi a rischio di dispersione scolastica, ha fatto superare le logiche di schieramento e le riserve sulla stessa riforma prevista dalla legge 53/2003 per ricercare soluzioni ponte di salvataggio.
Per settimane il ministero dell’istruzione ha riunito assessori regionali, rappresentanti delle province, dei comuni e delle province di Trento e Bolzano per cercare “la quadra” e, alla fine, l’intesa per attuare l’integrazione tra i diversi livelli istituzionali dello Stato e tra istruzione e formazione professionale è stata trovata.
Il contributo è stato di tutti, senza pregiudiziali, grazie alla volontà di pervenire comunque ad un risultato positivo. La conferenza unificata Stato-regioni-città ha già ratificato.
I due ministeri coinvolti, per parte loro, hanno stanziato per il 2003 più di 215 milioni di euro; altre risorse verranno da regioni e comuni.