La Uil-scuola non firma il contratto sulla mobilità

Non accolte le proposte del sindacato per tutelare i docenti in soprannumero per effetto dei tgli di organico

La contrattazione decentrata per la mobilità del personale scolastico per il prossimo anno si è conclusa nei giorni scorsi con l’accordo tra Miur e sindacati di settore che non ha visto, però, la sottoscrizione da parte della Uil-scuola.

Il sindacato di Di Menna non ha condiviso la mancata scelta di adeguata tutela dei docenti in soprannumero.

In 126 pagine, 52 articoli, 298 commi, 4 allegati del contratto sulla mobilità – spiega Massimo Di Menna – non si è trovato il modo introdurre quattro righe per tutelare in concreto le persone che si troveranno in sovrannumero”.

La Uil, in proposito, aveva fatto due proposte che considerava di buon senso: mantenere tutti titolari nelle scuole salvo spostare solo quegli insegnanti per i quali, a settembre, ci sono posti effettivamente disponibili, e dare la precedenza a chi si sposta, non per scelta, ma perché non ha più il suo posto di lavoro.

Se un insegnante, a seguito della riduzione di ore, si trovasse ad essere ‘soprannumerario’ nella sua scuola – spiega il segretario generale della Uil Scuola, Massimo Di Menna – avrebbe potuto “mantenere la ‘titolarità” nella sua scuola e poi, solo a settembre, eventualmente essere trasferito in un’altra scuola oppure rimanere nel suo istituto”.

Il testo così come sottoscritto, secondo l’Uil-scuola, non dà le tutele necessarie e possibili, e determinerà la perdita di titolarità e il trasferimento d’ufficio per migliaia di docenti che dovranno produrre, come hanno già fatto lo scorso anno, montagne di moduli e domande per cercare il rientro e/o una nuova utilizzazione.

Una situazione di emergenza come quella derivante dai numerosi tagli di organico “non poteva e non doveva essere trattata con metodi tradizionali – ha detto Di Menna – ma con procedure di garanzia più innovative rispetto al passato. C’erano tutte le condizioni per conseguire l’obiettivo di dare maggiori tutele e più garanzie al personale in soprannumero”.