Tuttoscuola: Il Cantiere della didattica

La testa di Bertagna

Chi chiede il licenziamento di Giuseppe Bertagna dal ruolo, finora ricoperto, di consulente del ministro Moratti? E perché?
Il primo indiziato potrebbe essere l’opposizione. La quale, in realtà, ha sì e spesso polemizzato con il superconsulente del ministro su questioni di merito (esempio: la controversia sull’evoluzionismo), ma se ha chiesto licenziamenti, si riferiva al Ministro e all’intero Governo, non certo al "modesto pedagogista di Bergamo", come si è autodefinito l’interessato.
La "risoluzione di ogni rapporto" di Bertagna con il Ministero è stata ventilata, invece, in una interpellanza presentata da un gruppo di senatori di AN, che l’ha legata al sospetto che dietro la proposta di sperimentare la classe islamica all’interno dell’istituto "Agnesi" di Milano, poi respinta dalla Moratti, ci fosse proprio lui, in quanto presidente del CISEM di Milano, ispiratore del progetto.
Ma forse dietro l’iniziativa dei parlamentari di AN non sta solo la vicenda della classe islamica: è probabile che il partito del vicepremier Fini abbia colto la palla al balzo per fare i conti con il principale ispiratore della riforma Moratti – che ormai si sente "guardato come un delirante sempre più pericoloso e insopportabile" – e dalle cui proposte AN si è più volte clamorosamente dissociata, pretendendo sostanziali rettifiche di tiro.
La prima occasione di contrasto fu l’iniziale proposta del gruppo di lavoro guidato da Bertagna di allineare tutti i percorsi del secondo ciclo sulla durata di quattro anni. AN chiese ed ottenne che i licei mantenessero la loro tradizionale durata quinquennale. Poi fu la volta delle "Indicazioni nazionali", che furono corrette nel senso voluto da AN, con il recupero di forti riferimenti allo studio tradizionale dell’italiano: grammatica, sintassi e analisi logica sugli scudi. L’ultima occasione di scontro, ancora in atto, riguarda il destino degli istituti tecnici, che secondo Bertagna dovrebbero confluire in buona parte nel sistema di istruzione e formazione professionale, mentre secondo AN dovrebbero essere trasformati in licei, sia pure "vocazionali".
L’impressone, o almeno il legittimo sospetto, è che AN voglia cogliere l’occasione per affermare definitivamente il principio che gli aspetti più delicati e "politici" della riforma vanno trattati in sede politica, senza forzature e anticipazioni da parte del "tecnico" Bertagna.

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