Tuttoscuola: Il Cantiere della didattica

La tela di Penelope dei posti di sostegno

Negli ultimi due anni gli alunni disabili inseriti nelle scuole sono aumentati di quasi 19 mila unità (erano 132.402 nel 2001/02 sono 151.327 quest’anno) con un incremento del 14,3%.
I posti di sostegno in complesso (quelli di diritto e quelli di fatto) sono sì aumentati di quasi 4 mila unità, passando da 71.194 a 75.111, ma con un incremento percentuale inferiore (+6,2%).
Lo sforzo insomma è stato notevole, ma, come si può rilevare, non proporzionato, tanto che il rapporto alunni disabili/docenti di sostegno è passato da 1,86 alunni/docente a 2,00, che significa un minor numero di ore settimanali in cui un alunno disabile fruisce del sostegno (e tutto ciò, ricordiamolo, insieme al fatto che un terzo dei comuni ha una popolazione inferiore ai mille abitanti, concorre ad abbassare il rapporto docente/alunni, il più basso in Europa).
E per il prossimo anno cosa ci si deve attendere? Nella manovra per gli organici dei docenti statali per il 2004-2005 c’è una nota dolente anche per i posti di sostegno per l’integrazione degli alunni disabili: 800 posti in meno.
Ma quei posti ora teoricamente soppressi, riappariranno come d’incanto, per di più aumentati, nell’organico di fatto per il nuovo anno scolastico. Succede così da diversi anni: nel 2001/02 il ministro uscente, De Mauro, ridusse l’organico di 178 posti e quello entrante, Moratti, restituì di fatto 5.767 posti; l’anno dopo 471 in meno nel diritto e 4.565 in più di fatto; per l’anno in corso taglio di 604 posti e aumento di fatto di 927 posti.
Questa specie di sindrome di Penelope del disfare e fare è in realtà l’effetto, in buona parte, del problema stesso dell’integrazione, difficile da governare e da controllare.
La Finanziaria 2003 è intervenuta sulla materia, prevedendo due forme di controllo dell’integrazione: accertamento collegiale della disabilità e responsabilizzazione diretta dei direttori degli uffici scolastici regionali nell’assegnazione dei posti di sostegno in deroga. Il primo provvedimento, atteso per marzo dell’anno scorso, si è perso nei meandri della Conferenza unificata e del ministero della Sanità (e sarebbe opportuno che il MIUR ne sollecitasse la definizione). Il secondo è stato in buona parte vanificato dalla necessità di dover accogliere le domande di inserimento di disabili certificati dalle Asl.

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