La scuola, un disastro. Riflessioni di un padre giornalista

Sono diversi i saggi sulla scuola italiana pubblicati negli ultimi tempi che cercano di indagare in questo mondo problematico, carico di criticità e negatività.

L’ultimo prodotto editoriale viene da Mario Giordano, direttore de “Il Giornale” che ha pubblicato con Mondadori “5 in condotta. Tutto quello che bisogna sapere sul disastro della scuola“.

Il suo grido d’allarme per quella che senza mezze parole giudica l’emergenza scuola si fonda più sull’esperienza di padre che di giornalista. Ha, infatti, quattro figli in età scolare e ritiene di avere i numeri per affondare impietosamente il coltello nella piaga dell’istruzione del nostro Paese.

Scopre l’ignoranza colossale di una figlia che, comunque, a scuola se la cava bene e cerca di indagare sul prodotto finale della nostra scuola.

Rispondendo indirettamente a Ernesto Galli della Loggia, che ritiene che non ci sia più idea della scuola perché non c’è più un’idea dell’Italia e che, pertanto, non si può pretendere di costruire una scuola se manca il paese, Giordano vorrebbe invece capire “come si fa a costruire l’identità nazionale se non si costruisce prima la scuola che la formi”.

“Quando sento dire ‘il problema della scuola non esiste, il problema è della società’, mi viene da ridere”, afferma il giornalista.

Si parla tanto di scuola, osserva Giordano, ma “a nessuno interessa che la scuola cambi”.

Non risparmia giudizi severi sui genitori e sull’interesse ai problemi sostanziali dei figli.

Una particolare considerazione la riserva, infine, agli insegnanti, affermando che “Restano i professori, che si dividono sostanzialmente in tre categorie: quelli che fanno finta di non capire che questa scuola è un fallimento; quelli che capiscono e vorrebbero anche cambiare, ma ormai sono stanchi e rassegnati; e quelli che capiscono e proprio perciò fanno di tutto per evitare il cambiamento. Questi sono i più numerosi e i più presenti in tutti i dibattiti e i talk show…”.