La scuola torna allo sciopero

Dopo la proclamazione dello stato di agitazione della categoria ed il tentativo di conciliazione, tentato e fallito, con l’Amministrazione scolastica, i maggiori sindacati della scuola hanno dunque proclamato sciopero per l’intera giornata del 24 marzo prossimo.
Un mese di tempo potrebbe però servire a cancellare uno dei tre motivi dello sciopero: l’accordo per il contratto. Forse. Per gli altri due motivi, organici e assunzioni in ruolo, sarà improbabile avere risposte tempestive ed adeguate. In particolare la questione degli organici è rigidamente connessa con i nuovi vincoli imposti dalle leggi Finanziarie, e sarà bene difficile ottenere sostanziali modifiche a quanto il Miur, stretto dalle rigidità della norma, sta proponendo.
Affinché si arrivi ad un risultato positivo per il contratto – che rappresenta indubbiamente il piatto forte delle aspettative della categoria – occorre il lasciapassare del ministero dell’Economia che da tempo sta verificando i dati dei risparmi che il Miur sostiene di avere realizzato proprio per finanziare in parte il rinnovo contrattuale. Sotto esame sono insomma i conti de tecnici della Moratti, ma a scapitarne è proprio il contratto della scuola.
Tocca sempre al ministero dell’Economia dare risposta ad un’altra richiesta precisa venuta dal ministro Moratti (e attesa con impazienza dal mondo del precariato): la copertura delle migliaia di posti vacanti per i quali ci sono tutte le ragioni per procedere alle assunzioni, dopo il congelamento dell’estate scorsa.
Lo sciopero, insomma, sembra proprio proclamato più nei confronti di Tremonti che della Moratti.
C’è un’anomalia in questa proclamazione di astensione dal lavoro: la Gilda, uno dei 5 sindacati che stanno contrattando, cosa farà nell’occasione, visto che non ha seguito in questa vicenda dello sciopero Cgil, Cisl, Uil e Snals?