La scuola secondaria è un (contro)potere forte?

Ha suscitato una certa sorpresa il fatto che nell’elenco dei “poteri forti” che si contrappongono alle politiche governative, enunciato dal presidente Berlusconi in un’intervista a “Panorama” e nel talk show “Ballarò” di commento all’esito delle elezioni, egli abbia riservato il primo posto alla scuola secondaria, prima ancora che alla “magistratura politicizzata“.
Il presidente non è sceso in dettagli, ma conoscendone l’abitudine a ricorrere massicciamente ai sondaggi d’opinione, c’è da ritenere che egli non abbia collocato a caso la scuola in cima all’elenco dei soggetti ostili al suo Governo. E’ possibile che la riforma Moratti abbia suscitato ansie, timori, resistenze, come già era accaduto nella scorsa legislatura alla riforma Berlinguer. Ma finora ad essere investite dalle novità introdotte dalla legge n. 53/2003 sono state la scuola dell’infanzia, la primaria e la secondaria di primo grado (solo per il primo anno). E invece il presidente Berlusconi ha parlato di scuola secondaria, anzi più precisamente di “scuola superiore”. Perché?
Non è da escludere che anche qui c’entrino i sondaggi (si sa, per esempio, che la grande maggioranza degli insegnanti degli istituti professionali teme la regionalizzazione, come segnalato da un’indagine ISFOL), ma è possibile che il premier abbia tenuto presente la forte ostilità di larga parte dei sindacati e delle associazioni professionali alla riforma, soprattutto sul tema della scelta precoce tra il sistema dei licei e quello dell’istruzione e formazione professionale.
Intanto la senatrice della Margherita Albertina Soliani, capogruppo della Commissione Istruzione, ha chiesto in un’interrogazione urgente che “il Ministro Moratti si dissoci pubblicamente dalle affermazioni rilasciate a Panorama e a Ballarò dal Presidente Berlusconi“, ritenendole “accuse gravissime a carico dell’intero settore della pubblica istruzione, dalla scuola all’università“.