
La scuola refrattaria allo sciopero
Quando le richieste in campo e le rivendicazioni sono di carattere generale e riguardano un po’ tutti i lavoratori, la scuola storce il naso e glissa sulla mobilitazione.
Se, invece, le questioni sul tappeto sono specifiche, proprie della categoria, gli insegnanti mostrano più attenzione e sono disposti ad aderire a manifestazioni e, in caso estremo, anche ad astenersi dal lavoro.
È quanto successo, ancora una volta, in questi giorni prima con lo sciopero del pubblico impiego (scuola compresa) del 1° dicembre scorso proclamato dalla Cisl e venerdì 12 dicembre con lo sciopero generale proclamato dalla Cgil, Uil e Ugl.
Per lo sciopero generale di venerdì scorso, secondo stime di fonte sindacale, vi sarebbe stata un’adesione complessiva di 3 milioni e mezzo di persone scese in piazza, comprese migliaia di studenti e di pensionati, mentre, per quanto riguarda le astensioni vere e proprie dal lavoro, secondo i comunicati emessi dalle centrali sindacali risulta che le adesioni allo sciopero generale siano state molto alte, intorno al 70%.
Anche per il trasporto pubblico è stata una giornata nera (il 50% dei treni e degli aerei fermi, percentuale che, secondo i sindacati, è salita all’80% per gli autobus).
E i lavoratori della scuola? Come hanno risposto all’invito di Camusso (Cgil) e Barbagallo (Uil)?
Freddamente. Dai dati ufficiosi risulta che l’adesione di docenti e personale Ata non è andata al di là dell’11%: un po’ poco, secondo tradizione.
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