Tuttoscuola: Il Cantiere della didattica

La scuola e il minuto di silenzio per la tragedia di Lampedusa

La tragedia di Lampedusa ha colpito al cuore l’Italia, ha mobilitato i più alti livelli istituzionali, ha messo in crisi le coscienze e, forse, ha scosso anche l’Europa.

Giorno della vergogna e giorno del pianto per papa Francesco. Lutto proclamato dal Governo e minuto di silenzio nelle scuole.

Se il gesto del sindaco leghista di Gemonio (dove è nato Bossi), che per protesta ha tolto le bandiere a mezz’asta dal palazzo del Comune, si può considerare un episodio di folklore in negativo, quanto denunciato da Skuola.net su quel minuto di raccoglimento nelle scuole, invece, non può non fare riflettere.

Secondo un’indagine condotta dal portale “circa il 20% degli studenti ha confessato di non averlo fatto, continuando il normale svolgimento delle lezioni”. Non manca poi chi ha osservato il silenzio per quei 60 secondi pur non comprendendone bene il motivo, visto che “il 30% dei ragazzi ha dichiarato che i suoi insegnanti non si sono soffermati a parlarne con lui. Per uno studente su 5, poi, oggi è stato un giorno come tutti gli altri”.

Ciò che colpisce è che “anche chi il minuto l’ha rispettato, ha dimostrato di essere attaccato di più ai programmi scolastici che alla discussione dei fatti di attualità: nessun loro approfondimento ha contribuito alla formazione del pensiero critico degli studenti”.

Viceversa la metà degli studenti, secondo l’indagine, non solo ha affermato di essersi fermato per qualche istante insieme alla sua classe, ma “ne ha anche parlato insieme ai suoi insegnanti, disponibili a sacrificare la loro ora o parte di questa per spiegare ai ragazzi quanto accaduto”.

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