La scuola di Hillary

Il programma di politica scolastica di Hillary Rodham Clinton (www.hillaryclinton.com), non differisce sostanzialmente negli obiettivi di fondo da quello di Barack Obama, che abbiamo presentato su TuttoscuolaFOCUS n. 221/321, ma è diversamente e assai più ampiamente argomentato.
Il programma di Obama (www.barackobama.com) è costituito da otto punti, esposti in forma secca e assertiva, tutti convergenti sui due obiettivi dell’equità e della qualità, in un’ottica comunque meritocratica.
Quello di Hillary è anch’esso mirato – ancor più di quello di Obama – all’obiettivo dell’equità, ma le proposte di intervento sono collocate all’interno di un quadro più ampio, intitolato “agenda delle opportunità per i giovani“, e giungono a conclusione di brevi considerazioni (negli USA sarebbero impensabili e improponibili gli sterminati programmi ai quali siamo abituati in Italia).
Le principali misure proposte da Hillary sono queste:
• sostegno generalizzato alla formazione di tutti i bambini di quattro anni, attraverso partnership tra il governo federale e i singoli Stati, in modo da riequilibrare le opportunità (si cita una ricerca del premio Nobel Heckman, secondo il quale in oltre la metà dei casi i divari di apprendimento tra bianchi e neri che si registrano alla fine della scuola secondaria superiore erano già presenti prima dell’inizio della frequenza scolastica). Lo stanziamento previsto è di 10 miliardi di dollari;
• raddoppio degli stanziamenti per interventi di orientamento e sostegno (tutoraggio, mentoring con la partecipazione di soggetti esterni, aziende, volontariato ecc.) a favore di un milione di studenti di scuola media a rischio (11-14 anni): un programma già esistente ma trascurato dall’amministrazione Bush;
• stage estivi in collaborazione tra enti pubblici e privati per giovani poco motivati verso lo studio (100 milioni di dollari in borse di studio): si cita una ricerca secondo la quale il 70% delle opportunità di lavoro negli USA maturano all’interno di circuiti informali, come sono considerati anche questi stage estivi, che comunque rimotivano anche verso gli studi;
• raddoppio degli stanziamenti verso i giovani “disconnetted” (che non studiano e non lavorano), attualmente 200.000 all’anno, per offrire loro una seconda chance attraverso programmi di formazione e lavoro: per questo programma il governo federale stanzierà 250 milioni di dollari all’anno in forma di contributi per gli enti locali, le aziende, le comunità religiose ecc. che avvieranno le iniziative;
• 200 milioni di dollari all’anno saranno infine destinati agli ex carcerati per favorirne il reinserimento sociale e lavorativo e diminuire il tasso di recidività (attualmente al 75%).
Il tutto sarà finanziato riducendo i vantaggi fiscali di cui attualmente beneficiano alcune categorie privilegiate, e non aumentando il deficit del bilancio federale.