La scuola come occasione di propaganda elettorale/1: i tagli

Che la scuola abbia problemi, e non da oggi, lo sanno tutti, ma se si avvicina qualche appuntamento elettorale, come quello prossimo delle elezioni europee, i problemi della scuola si moltiplicano, diventano drammatici e vengono denunciati in modo plateale.

Da diversi giorni stiamo assistendo ad una serie crescente di denunce sul futuro apocalittico della scuola che ci sarà a settembre. Destinatari dei messaggi, tramite giornali, siti internet, agenzie giornalistiche, sono ovviamente le famiglie. Estensori dei messaggi sono, in molti casi, associazioni di dirigenti scolastici che, in quanto informati dei fatti, risultano più che attendibili.

A Roma si contano diversi di questo tipo. Dopo una denuncia dell’Asal della scorsa settimana per informare i genitori che, a causa dei tagli del governo su tutto, a settembre nelle scuole non ci saranno soldi per assicurare i servizi essenziali supplenti, ecc., è stata ora la Consulta provinciale scolastica dei presidi di Roma (una sigla non a tutti nota) a rincarare la dose, denunciando l’inagibilità del 90% dei locali scolastici, un’uguale percentuale di edifici senza impianti antincendio e impianti idrosanitari; l’87% delle scuole romane non avrebbe gli impianti elettrici a norma. Colpa dei tagli operati dal Governo, sostengono (ma agli edifici scolastici devono per legge provvedere Comune e Provincia).

Si parla di casse scolastiche al collasso con il rischio di non garantire, ad esempio, i supplenti per sostituire gli insegnanti. Parlano anche di problema amianto e “per rimanere all’attualità, la mancata certificazione antisismica della stragrande maggior parte degli istituti scolastici“.

L’ultimo grido d’allarme: “cari genitori, con i tagli voluti dal governo, a settembre non saremo in grado di garantirvi servizi previsti per legge come, ad esempio, la copertura dell’ora alternativa alla religione“.