La sconfitta della matematica/2. Non è una fatalità?

E’ possibile che la materia sia “detestata” anche per motivi connessi alle dinamiche di insegnamento-apprendimento e non solo epistemologici? Dicono che la scuola finlandese sia la migliore del mondo, i dati Ocse PISA la collocano sempre ai primi posti delle graduatorie mondiali nell’apprendimento. Quello che colpisce della scuola finlandese è che gran parte del percorso proposto è “a scelta del bambino”, la loro idea vincente è che il bambino va messo al centro di tutta l’attività educativa, istruttiva e formativa.

Mettere al centro lo studente è un’idea fondante: significa, ad esempio, offrire ai bambini situazioni di apprendimento aperte, flessibili, adatte ai diversi stili cognitivi, e costringe i docenti a “trovare il modo che gli studenti facciano matematica“, come insegna il prof. Bolondi.

Da questa idea è nato in Provincia di Lodi il progetto Math in Progress, centrato sugli obiettivi di apprendimento delle Indicazioni 2012. Una rete di matematica ha riunito 12 scuole del primo ciclo del territorio e la Scuola Capofila, l’IC di Lodivecchio, ha coordinato il lavoro formativo e sperimentale di un centinaio di docenti. Il risultato è la produzione di materiale didattico sperimentato nelle classi, dalla scuola dell’infanzia alla secondaria di primo grado, e documentato secondo format condivisi in rete.

Qual è il valore aggiunto del progetto? A parere dei docenti coinvolti il progetto è stato motivante e continua a dare spunti di lavoro e riflessione anche al di là dei momenti di sperimentazione, inoltre la didattica laboratoriale è risultata indispensabile per rafforzare il lavoro in verticale. Quindi un primo effetto ottenuto concerne la formazione dei docenti. Ma gli insegnanti segnalano anche un aumento della motivazione degli alunni, il loro entusiasmo, la loro richiesta di continuare a “giocare con la matematica“. Certo non è opportuno trarre conclusioni a lungo termine, il processo di consolidamento dei concetti supera di molto l’arco dell’anno scolastico. Ma il clima che il progetto ha contribuito a creare nelle classi suggerisce che la matematica possa non essere “detestata”, che possa forse essere persino “amata”, successivamente scelta come percorso di studi e diventare, chissà, la professione futura, contribuendo ad incrementare così nei prossimi anni lo sparuto drappello degli aspiranti all’insegnamento della matematica.