La riforma accelera, anzi slitta

La notizia era la stessa ma i titoli dei giornali diversi se non contradditori: da “accelera la riforma della scuola” a “slitta di un anno la riforma Moratti”. L’inserimento del disegno di legge delega all’ordine del giorno dei lavori del Senato a partire dalla seduta d’aula del 9 luglio, con la previsione di votare il testo intorno alla metà del mese ha mandato in confusione alcuni quotidiani: qualcuno ha subito scritto, infatti, “la riforma accelera”. Subito dopo il ministro per i rapporti col Parlamento Carlo Giovanardi, si è fatto i calcoli rispetto ai lavori della Camera e ha affermato che il provvedimento non sarà approvato in via definitiva prima di ottobre.
Deduzione di altri organi di stampa: la riforma slitta al 2003-2004.
Chi ha ragione?
Il fatto è che ai fini dell’adozione generalizzata dei nuovi ordinamenti anche la data del 2003-2004 appare a rischio, in particolare per il ciclo secondario. C’è un problema di tempi tecnici: prima di essere emanati, i decreti legislativi attuativi della delega devono essere sottoposti all’intesa con le Regioni e al parere delle Commissioni parlamentari, e anche alcuni dei successivi regolamenti richiedono a loro volta l’intesa con le Regioni.
C’è poi il problema dei nuovi piani di studio e della relativa procedura di adozione. È arduo pensare che tutti questi atti siano apprestati in tempo utile per consentire alle famiglie, per esempio, di scegliere con le nuove regole il percorso di istruzione o formazione secondaria da far frequentare agli allievi provenienti dalla scuola media nell’anno scolastico 2003-2004. A meno di pensare ad un avvio sperimentale e graduale della riforma, attraverso le intese con le Regioni (apripista Trentino e Lombardia) e l’adesione delle scuole.