La ‘ricetta europea’ di Prodi per l’Italia: più scuola

“Concentrare ogni sforzo sullo sviluppo delle risorse umane. Questo vuol dire scuola, ricerca, innovazione nei settori produttivi, maggiore competitività nei servizi che non hanno ancora compiuto la ‘rivoluzione europea’”.
Il dado è tratto, Romano Prodi è pronto ormai a rientrare sulla scena politica italiana, mentre volge al termine la sua esperienza di presidente della Commissione europea (si dovrebbe concludere a ottobre, ma potrebbe abbreviarsi se deciderà di presentarsi alle elezioni europee di giugno).

E qual è la ricetta che il “Professore” bolognese intende proporre ai partiti del centrosinistra? Appunto l’investimento sulle risorse umane, e quindi sullo sviluppo della scuola, ha dichiarato Prodi in un’intervista a Repubblica del 2 gennaio.
Un tema a lui già caro al momento della discesa nell’agone politico nel ‘96, che si tradusse con il Governo da lui guidato nella cosiddetta riforma Berlinguer.

“Di fronte a un mondo che cambia – ha dichiarato Prodi a Repubblica – ci sono due strade. O inseguiamo la chimera di nuove dogane e nuovi protezionismi, facendo così precipitare ulteriormente il nostro tenore di vita. Oppure raccogliamo l’unica sfida possibile, che è quella, da un lato, di innovare, e dall’altro, di riscoprire l’attenzione perduta nei confronti delle classi meno protette e meno privilegiate”.