La quarta prova d’esame: cosa?

All’insegna della serietà e del rigore, il decreto legge 147/2007, attualmente in discussione in Parlamento per la sua conversione (entro il 7 novembre), ha ripristinato per l’esame di Stato al termine del primo ciclo il giudizio di ammissione e, novità assoluta, ha introdotto anche una prova a carattere nazionale che andrà ad aggiungersi alle tradizionali tre prove d’esame previste (italiano, matematica e lingua/e straniera/e).
L’Invalsi predisporrà le prove e il ministro dell’istruzione ne sceglierà una per tutte le scuole italiane. Come avviene attualmente per l’esame di Stato nella secondaria superiore.
Insegnanti e dirigenti cominciano a interrogarsi su questa novità, a cominciare dai contenuti della prova che non potranno essere relativi alle discipline già oggetto di prova scritta d’esame.
Sarà un test di cultura generale? Oppure riguarderà una disciplina di studio (esempio, storia), caso mai comunicata per tempo come si usa per la maturità e modificata ogni anno?
La prova concorrerà alla valutazione finale da parte delle commissioni oppure servirà soltanto da test per il sistema nazionale di valutazione per conoscere i livelli di apprendimento della popolazione scolastica in uscita?
L’attendibilità della prova chiamerà in causa anche i commissari d’esame che per queste prove sono gli stessi docenti della classe. In ogni scuola secondaria di I grado (ex-scuola media) vi è infatti una commissione d’esame con un unico presidente esterno, composta da tante sottocommissioni interne quanti sono i consigli di classe.
Occorrerà anche modificare il calendario delle prove di esame che attualmente, in nome dell’autonomia, lascia libera ogni scuola di decidere le date di effettuazione all’interno di un periodo dato. Questo perché la prova, essendo nazionale, dovrà svolgersi nel medesimo giorno, con il rituale, sconosciuto alle scuole medie, della busta ministeriale sigillata e della prova secretata