La prova Invalsi esautora i commissari nell’esame di licenza

I genitori, attraverso le loro associazioni, avanzano critiche sull’utilizzo della prova nazionale Invalsi, ritenendola non appropriata a valutare i singoli alunni. E la loro critica va al cuore del problema, evitando di soffermarsi sulla considerazione contingente che quest’anno, a giudizio di molti, le prove sono risultate più severe del solito.

Le associazioni convengono sull’importanza della prova Invalsi per conoscere meglio il sistema scolastico e per consentire utili comparazioni tra classi e tra scuole, ma chiedono che non abbia peso anche nella valutazione dei ragazzi nell’esame di licenza media.

I sindacati degli insegnanti, invece, si sono più volte espressi contro il peso della correzione delle prove e degli altri adempimenti amministrativi, puntando ad ottenere l’esonero dai carichi di lavoro aggiuntivi o, meglio ancora, chiedendo la monetizzazione della prestazione.

Ma c’è un altro aspetto che mette in luce che la prova nazionale Invalsi è fuori contesto rispetto alla valutazione dell’esame di licenza: con essa i commissari d’esame vengono di fatto esautorati dal loro compito valutativo.

Sulla correzione e sulla valutazione del voto della prova nazionale i docenti commissari non hanno alcun peso: eseguono, registrano e basta. Il loro, per la prova nazionale, è diventato un compito di tipo notarile che li esclude completamente da qualsiasi valutazione di merito sulla prestazione dei loro alunni.

Infine un’ultima considerazione investe il paradosso di avere un livello di certificazione (esame di Stato) in uscita dalla scuola secondaria di primo grado che non è un’uscita dal sistema d’istruzione. Si tratta di un titolo di studio totalmente formalistico, di nessun valore sociale. Ma non si potrebbe sostituirlo con una valutazione finale di ciclo dell’obbligo diagnostica e orientativa rispetto alle diverse articolazioni del percorso di studio secondario superiore?