La proposta Bertagna e gli effetti sugli organici

Tagli sì, tagli no. Sulla proposta del gruppo di lavoro coordinato dal prof. Bertagna si sono accese dispute anche su possibili tagli di organico del personale. Forse certe valutazioni critiche sono un po’ troppo semplificate e a senso unico.
Si possono fare alcune ipotesi, tenendo conto di almeno tre fattori: a) la riduzione del percorso complessivo di studi da 13 a 12 anni con ricaduta sulla scuola secondaria; b) la riduzione oraria del curricolo da 30 a 25 ore settimanali e la contestuale istituzione dei laboratori; c) l’innalzamento dell’obbligo scolastico e formativo da nove anni attuali a dodici.
Esaminiamoli:
Anche la proposta Berlinguer-De Mauro prevedeva l’accorciamento di un anno del percorso di studi, ma lo faceva ricadere sulla scuola di base, dove i posti di insegnante attuali sono circa 464 mila, determinando un’eccedenza virtuale di circa 58 mila insegnanti (1/8). Nella proposta Bertagna l’anno in meno riguarderebbe la secondaria che ha attualmente 266 mila docenti, determinando quindi una teorica riduzione di posti di circa 53 mila unità (1/5).
Provvisoriamente si può ipotizzare che il trasferimento di posti dal curricolo obbligatorio ai laboratori sia in pareggio rispetto alla situazione attuale, ossia che la somma delle ore obbligatorie e di quelle scelte facoltativamente dagli studenti per i laboratori sia più o meno uguale al monte orario attuale. E che quindi occorra lo stesso numero di docenti. In prospettiva bisognerà vedere come risponderà il “mercato” (gli studenti potrebbero non richiedere attività laboratoriale, oppure optare in massa per alcuni laboratori ed escluderne altri, i cui docenti si troverebbero di fatto senza lavoro).
I tre anni in più di obbligo scolastico e formativo terrebbero sui banchi circa 90 mila studenti che attualmente escono prima dal percorso formativo, con un incremento del 18-19% di popolazione che determinerebbe – a parità di rapporto alunni/insegnanti – un incremento sugli organici di circa 30 mila insegnanti (calcolato sui posti già ridotti per l’annualità in meno).
Secondo queste stime il bilancio della proposta Bertagna sarebbe quindi di una apparente soprannumerarietà (parlare di tagli è del tutto prematuro) di circa 23 mila posti, contro quella di 58 mila che si stimava per la proposta Berlinguer-De Mauro.