La prima volta di una scuola

Non era mai successo, in Italia, che un attentato terroristico colpisse una scuola. Altrove sì, in Afghanistan e in altri Paesi dove l’islamismo più integralista ha tra i suoi obiettivi le scuole, soprattutto quelle frequentate dalle ragazze.

In Italia si è colpita una scuola frequentata quasi solo da donne, un Istituto professionale per i servizi sociali di Brindisi intitolato a una donna, Francesca Morvillo Falcone, simbolo dell’impegno contro la mafia. Perché?

Molti tendono ad escludere che in questo caso la matrice sia mafiosa perché – si dice – mafia, camorra, ‘ndrangheta e sacra corona unita, la loro versione pugliese, non commetterebbero mai l’errore di combattere una battaglia così apertamente anti-istituzionale ed eversiva (anche se alcuni ricordano gli attentati contro i monumenti del 1993).

A prescindere dall’individuazione dei mandanti e degli esecutori, però, è il gesto in sé, con le sue caratteristiche di attacco frontale al principio di legalità, che ha la stessa matrice della criminalità mafiosa. E quindi l’impegno a scoprire i responsabili di questo crimine deve essere considerato come una parte del più complessivo impegno del Paese e della sua scuola contro tutte le mafie e contro la subcultura della violenza come mezzo di sopraffazione. Lo dobbiamo prima di tutto a Melissa e alla sua amica Veronica, ma anche a tutti i loro compagni, studentesse e studenti di una generazione che deve poter vivere in un’Italia migliore.