Tuttoscuola: Il Cantiere della didattica

La partita di Milano/1. Il centro-sinistra all’attacco

La bufera che ha investito il sindaco di Milano Letizia Moratti, già ministro dell’istruzione nel governo Berlusconi, per la decisione di revocare l’iscrizione alle scuole materne comunali dei bambini figli di immigrati clandestini, se questi ultimi non procedono alla regolarizzazione della propria posizione, è la spia di un diverso modo di concepire il rapporto tra lo Stato centrale e le autonomie locali, in senso più o meno federalista/autonomista.
Questa diversità di interpretazione coincide in buona (ma non totale) misura con gli schieramenti politici (contro la Moratti il centro-sinistra, a difesa del sindaco di Milano il centro-destra), anche se è alle ali estreme dei due schieramenti che, come su altre questioni di politica scolastica – e di politica tout court – emergono le posizioni più intransigenti.
Pietro Folena, di Rifondazione comunista, presidente della commissione cultura e istruzione della Camera, amplifica la presa di posizione del ministro Fioroni, e sostiene che “l’istruzione è un diritto costituzionalmente garantito come la salute e non può essere soggetto ad alcuna subordinazione a norme amministrative, quali appunto quelle sull’immigrazione“. Il che è come dire che anche se i genitori clandestini fossero espulsi dal territorio italiano, i loro figli avrebbero comunque il diritto di restare in Italia per essere istruiti.

Forgot Password