La nuova strategia comunicativa di Letizia Moratti

Da qualche tempo Letizia Moratti sembra aver deciso di modificare la linea di strategia comunicativa mantenuta fin dall’inizio del suo incarico ministeriale: una linea fatta di assoluto riserbo, interrotto da rari articoli e da qualche dichiarazione in TV.
La presentazione della linea d’azione è stata affidata soprattutto a varie pubblicazioni, inserite in giornali e periodici ad alta tiratura, e poi agli spot televisivi, e alla stessa, anche se poco gradita, agenda inviata agli insegnanti. Ma il ministro restava lontana, una figura distinta ma distante, comunicativamente fredda, tutto il contrario della sottosegretaria Aprea, che non perdeva occasione per dialogare, e magari azzuffarsi, con insegnanti, genitori, sindacati e quant’altri.
Da qualche settimana la strategia del ministro è cambiata, forse anche in conseguenza, e per reazione, alla durissima campagna di accuse lanciate contro le sue riforme (della scuola come dell’università e della ricerca). Ora il ministro ha accettato di misurarsi in confronti diretti televisivi, come ha fatto mercoledì 24 da Ferrara a “8 e mezzo” (dove ha discusso con Andrea Ranieri dei DS), o prima “nel talk-show “Ballarò” (vincendo il confronto con un’incerta e poco documentata Melandri), e scrive ai giornali della sinistra: al bipartisan “il Riformista” ma anche all’”Unità” di Furio Colombo, come ha fatto la scorsa settimana. Sempre con il suo stile, fatto di argomentazioni generali sulle quali al solito si registra il più largo consenso e molte cifre, ma in presa diretta, con un rapporto comunicativo più caldo, che potrebbe rompere quella corazza di algida solitudine tecnocratica che l’aveva finora tenuta anche psicologicamente lontana dalla scuola reale.
Il ministro tenta così di contrapporre ai forti di elementi di preoccupazione da parte di studenti, insegnanti, famiglie, associazioni professionali, impegnate a sollecitare una vasta mobilitazione, l’affermazione rassicurante – fatta di recente nel salotto di “Porta a porta” – che si tratta di una legge di riforma che raccoglie le innovazioni in atto e non segna alcuna reale discontinuità con l’impianto scolastico attuale.
E’ presto per dire se questo cambio di linea faccia parte anche di una ricerca di dialogo con una parte dell’opposizione politica e del sindacato. Non mancheranno però a breve termine le occasioni, fatte di confronti su questioni concrete, per capire se si va in questa direzione.
Intanto il direttore generale del Servizio per la Comunicazione Roberto Pesenti lascia temporaneamente il suo incarico per motivi di salute. L’interim è stato affidato a Giuseppe Cosentino, direttore generale del personale del Miur.