Tuttoscuola: Il Cantiere della didattica

La mappa (diseguale) del sostegno ai disabili in Italia

Nel Sud e nelle Isole, dove vivono il 35% degli italiani e il 40% degli alunni disabili, sono assegnati il 45% degli insegnanti di sostegno (di ruolo e non), e ben il 52% dei posti di sostegno di ruolo.

E’ quanto emerge dal “Dossier sulla disabilità nella scuola” pubblicato da Tuttoscuola (e scaricabile gratuitamente da tuttoscuola.com).

Qualche dato? Rispetto alla percentuale di stabilità dei posti del 70% fissata dalla legge (e conseguita a livello nazionale), in Basilicata il 91% dei posti di sostegno sono stabili in organico di diritto, in Sardegna e in Campania l’89%, mentre in Emilia Romagna non si arriva al 55%, e in Lombardia e in Veneto ci si ferma al 56%. E poi: in Abruzzo 5 studenti disabili sono seguiti da 2 docenti di sostegno, mentre in Basilicata da 3. Difficile comprenderne la motivazione. A Salerno e a Bari il rapporto è di 1,67 disabili per ogni docente di sostegno; a Nuoro si arriva addirittura a 1,59; all’estremo opposto, Pescara e Latina hanno un rapporto di 2,58.

Conseguenze? Sul fronte della domanda, uno studente disabile del Nord, rispetto ad uno del Sud, ha maggiori probabilità di dover condividere con più persone il proprio docente di sostegno, il quale tende a cambiare di anno in anno con più frequenza rispetto a quanto accade nel Meridione. Sul fronte dell’offerta del servizio, le opportunità occupazionali per i precari in lista di attesa (spesso da anni e a volte da decenni) sono state in questi anni sbilanciate a fronte dei iscritti nelle graduatorie meridionali.

Quanti sono i posti “sottratti” al Nord e al Centro? 4.500, secondo i calcoli di Tuttoscuola. Posti pari a un costo per l’erario di circa 130 milioni di euro annui, sottratti virtualmente alle famiglie del Centro-Nord. Solo una goccia tra i 50 miliardi di euro che annualmente sarebbero trasferiti dalle regioni del Nord al Sud e al Lazio, secondo le stime contenute nel recente volume di successo “Il Sacco del Nord”, a cura di Luca Ricolfi, ma che in questo caso non trovano spiegazione in uno stato di necessità, ma in una scelta puramente discrezionale.

Peraltro va sottolineato che nel fotografare la situazione non c’è, per quello che ci riguarda, alcuna preferenza di bandiera. Il Paese è uno, le differenze e gli squilibri sono tanti, talvolta a favore di alcune aree, a volte di altre. Proprio per questo auspichiamo che nelle situazioni in cui si possono garantire condizioni equipollenti, ci sia attenzione affinché ciò avvenga.

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