La maggioranza blinda la riforma. Tremonti blinda Moratti

L’ulteriore passaggio parlamentare della riforma Moratti al Senato, dopo la sua approvazione da parte della Camera, prevista per questa settimana, non comporterà la riapertura del balletto degli emendamenti. La maggioranza si è infatti ricompattata, e ha trasformato in ordini del giorno gli emendamenti che alcune sue componenti, o singoli parlamentari, avrebbero presentato se non fosse intervenuta la decisione, presa dallo stesso presidente Berlusconi, di blindare il testo, salvo che per il riferimento alla legge finanziaria.
L’esigenza di concretizzare alcune grandi riforme nel corso del 2003 – un anno strategico, che si colloca a metà della legislatura – ha prevalso su ogni altra considerazione, per esempio sulla preoccupazione, condivisa da buona parte della maggioranza, che il testo in approvazione penalizzi il costituendo canale professionale, privilegiando di fatto quello liceale, meglio definito dalla legge e più garantito sotto il profilo istituzionale.
Con l’occasione, comunque, la commissione bilancio della Camera si è fatta carico dell’inquietudine con la quale il ministro Tremonti segue da sempre questa riforma, temendone le complicazioni finanziarie, i costi nascosti. Al ministero dell’Economia non si sono scordati del contratto scuola concluso nel 1988 dai ministri Cirino Pomicino e Galloni, costato migliaia di miliardi più del previsto. Così la commissione bilancio ha subordinato il suo parere favorevole alla riforma al fatto che l’entrata in vigore dei provvedimenti attuativi comportanti spesa sia preceduta dall’approvazione di apposite leggi di copertura, o da un’apposita manovra di bilancio. Niente di nuovo: la stessa soluzione era contenuta nell’articolo conclusivo della legge n. 30 di Berlinguer.