La lezione antibullismo del prof. Napolitano

Non ci può essere una democrazia puramente assembleare. E’ essenziale anche la creazione e lo sviluppo di istituti di democrazia rappresentativa“. Questa è stata la riflessione chiave offerta dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano agli studenti componenti delle consulte scolastiche provinciali, ricevuti al Quirinale nel decennale della loro istituzione, fortemente voluta dall’allora ministro della P.I. Luigi Berlinguer.
Il capo dello Stato ha insistito sull’importanza delle regole, il cui rispetto è alla base della democrazia e della convivenza civile. A questo proposito il presidente Napolitano non ha esitato a chiamare gli studenti delle consulte ad un loro diretto impegno nella lotta contro il bullismo, definito come “uno degli ostacoli più grossi sulla strada dello sviluppo corretto della personalità dei giovani” e della democrazia. “I fenomeni di bullismo, l’arroganza, le prove di forza – ha detto – sono solo prove di viltà“. Per combatterlo occorre che gli studenti, facendosi “costruttori di democrazia“, si impegnino a “sviluppare un costume diverso, di tolleranza, di confronto civile, di apertura ai compagni stranieri, e a puntare all’impegno democratico, al rispetto delle regole, all’ancoraggio ai principi della Costituzione democratica“.
Ci sembra importante che la massima autorità istituzionale del Paese faccia appello direttamente ai giovani perché concorrano in prima persona ad arginare il dilagante fenomeno del bullismo. Gli insegnanti, spesso criticati in questi ultimi tempi per aver ecceduto in severità, o più spesso in permissivismo, nei confronti dei “bulli“, non possono esser lasciati soli, dentro le aule scolastiche, a gestire un problema che ha le sue radici, con ogni evidenza, fuori di esse. Essi vanno aiutati, e il migliore aiuto è quello che può venire dagli stessi studenti, più ancora che dalle famiglie, spesso distratte o troppo inclini a scaricare sulla scuola la responsabilità di insegnare ai loro figli il rispetto delle regole.