La formazione alle scienze: un classico

Il mese della cultura scientifica dei musei scolastici (marzo-aprile 2018) è stato un’occasione per sottolineare un dato che dovrebbe essere scontato: il mondo delle scienze interessa anche gli studi classici. Essendo fenomeno ‘naturale’, è fenomeno ‘umano’, e come tale rientra a pieno titolo negli studi umanistici. A buon diritto quindi, con la cosiddetta riforma Gelmini, è stato dato spazio fin dal I biennio del liceo classico allo studio delle Scienze, in continuità con la scuola secondaria del I ciclo. È questa un’area di studio in cui è connaturato e quindi sicuramente più facile rendere evidente la necessità di combinare allo studio teorico la sperimentazione laboratoriale. Ne abbiamo parlato nel numero di giugno di Tuttoscuola in un articolo a firma di Clara Rech, Dirigente scolastico del Liceo classico E.Q. Visconti di Roma.

L’esperienza sensoriale è un veicolo potente perché la conoscenza diventi un processo proprio di ognuno, qualcosa che catturi l’individuo fino a farlo sentire coinvolto nel tema che affronta e in cui deve entrare fino a farlo proprio. Tutto ciò è un fatto ampiamente conclamato e raccomandato nella pedagogia e non da oggi. Senza risalire alla teoria della conoscenza platonica, basti pensare all’antenata del curricolo del liceo classico: la Ratio atqueInstitutiostudiorum dei Gesuiti. I Padri, senz’altro esperti in istruzione e conoscenza, erano fermamente convinti della visione unitaria del sapere derivante dalla convinzione di dover “cercare Dio in ogni cosa”. Per volontà del grande matematico Cristoforo Clavio, avevano previsto già nel Cinquecento l’introduzione della Matematica, dell’Astronomia e della Cartografia tra le discipline di studio. Clavio stesso aveva ben chiara la necessità dell’approccio laboratoriale, dell’applicazione pratica di quanto si va apprendendo da parte degli studenti. Quando inviò il suo allievo Matteo Ricci in Cina, lo fornì non solo di libri ma anche di orologi e strumenti astronomici. Contemporaneamente, Giovanni Paolo Lembo, insegnava ai suoi studenti del Collegio di Esfera in Portogallo a costruire il telescopio. Del resto gli Esercizi spirituali ignaziani non erano un semplice libro di preghiere ma un’esperienza di vita che veniva favorita dall’architettura dei Collegi in cui studiavano i novizi, primo fra tutti, il Collegio romano.

Nel segno della piena condivisione della necessità di una solida formazione scientifica per tutti gli studenti, si è costituita quest’anno a Roma la rete di scopo ‘MUSIS’ fra scuole dotate di un Museo della scienza (scuola capofila il Liceo Albertelli) che si prefigge di valorizzare la conoscenza dei fenomeni naturali attraverso le ricche dotazioni storiche di ciascuna scuola chiamata a collaborare in rete. Per il mese della scienza, il liceo Visconti ha messo in cantiere due conferenze di alto profilo legate alla specificità del Collegio Romano in cui ha sede: il 26 aprile la Conferenza dei proff. Aldo Altamore (Università Roma Tre) e Roberto Capuzzo Dolcetta (Sapienza Università in Roma):L’astronomia di padre Angelo Secchi nel bicentenario della nascita; il 25  Maggio, la Conferenza della Prof. Elisabetta Corsi (Sapienza Università in Roma),con la partecipazione del prof. Sperello di Serego Alighieri (Osservatorio di Arcetri) e il patrocinio di Roma capitale, progetto Eureka Università La Sapienza: La riforma del calendario di Gregorio XIII da Roma alla Cina.

È stata inoltre allestita una mostra aperta alla città, inaugurata il 5 Maggio e aperta fino al 30 settembre 2018, dal titolo GEOMUSEO, percorsi scientifici di studio e lavoro nella Collezione di Geologia del Museo di arte e scienza del Liceo Visconti, allestita in collaborazione con il Dipartimento di Scienze Geologiche dell’Università Roma Tre, in particolare con la direzione scientifica della prof.ssa Sveva Corrado e l’opera dei dottori Francesco Grossi, Beatrice Adanti, Andrea Bollati in stretto raccordo con le docenti interne, proff. Bosco, Bogliaccino e Vasconi.

Il progetto si inserisce nella monumentale operazione di valorizzazione delle cospicue collezioni museali del Liceo intrapresa in modo organico e continuativo dal 2014, quando fu inaugurato il Wundermusaeum con il nuovo allestimento realizzato grazie al contributo della Fondazione Roma.

In quell’occasione, si costituì un museo aperto al pubblico e iscritto all’ICOM data la sua importante peculiarità. Infattiil nucleo originario consiste in opere del museo Kircheriano, il Collegi Romani Musaeum, il più famoso museo romano del Seicento andato definitivamente disperso nel 1870, quando la ricchissima ed eterogena collezione fu smembrata in ben 35 musei, ma con una concentrazione maggiore in cinque di essi: il Museo Pigorini, il Museo di Villa Giulia, il Museo di Palazzo Massimo, il Museo di Palazzo Venezia, il Civico Museo di Zoologia, oltre ai Musei Vaticani.

Le opere originarie rimaste al liceo Visconti, hanno quindi dato origine al museo odierno in seguito arricchitosi grazie a lasciti privati consistenti, come il fondo Neviani e il fondo Mantovani. Abbiamo raccontato l’esperienza integrale nel numero di giugno di Tuttoscuola.

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