‘La fabbrica dei voti’: smontare i miti della valutazione scolastica

La fabbrica dei voti di Cristiano Corsini, della collana “Saggi tascabili” degli Editori Laterza è l’ultima fatica dello studioso e divulgatore che negli ultimi anni si è fatto conoscere, ed apprezzare, per il suo impegno sui temi legati alla valutazione degli apprendimenti. Il libro, un piccolo testo di 160 pagine, colpisce sia per la cura della forma che della sostanza dei contenuti proposti. Per quanto riguarda la forma siamo rimasti colpiti dalla scelta di realizzare un testo breve (160 pagine in formato ridotto), con uno stile asciutto e diretto che non cede alle lusinghe dell’accademia e che sceglie di non usare un linguaggio complesso ed eccessivamente tecnico. Il linguaggio, in Corsini, è quindi sì forma, ma anche sostanza. Utilizzare un lessico specialistico ma chiaro, accurato e mai aulico significa rendere un argomento non banale, come quello docimologico, alla portata di tutti, specialisti e non. Insomma, a prescindere dai contenuti, che a breve tratteremo, il lavoro del prof Corsini si lascia leggere con facilità, anzi appassiona e smuove emozioni neanche fosse il più classico dei gialli estivi. Ad emozionare sono soprattutto le riflessioni e gli esiti delle ricerche che riescono, passo dopo passo a corrodere (falsi) miti educativi e granitiche credenze diffuse nel mondo della scuola. Con una paziente azione maieutica, il lettore viene accompagnato a ragionare su tante presente certezze in ambito didattico che l’autore presenta, affronta e smonta con pazienza e competenza.

Corsini spinge il lettore a riflettere sul ruolo della valutazione, intesa come pratica didattica e, allo stesso, come cultura professionale. Scorrendo le pagine, ci accorgiamo sempre di più, nel testo, pratiche e cultura si fondono in una dimensione che possiamo definire politica. Nella fabbrica del voto abbiamo, di fatto, un incontro tra pratiche e politiche e cultura valutativa.

Il testo è diviso in tre parti, “Perché si assegnano i voti”,  “Apprendere e insegnare coi voti” e “Verso la valutazione educativa” oltre a un mirata conclusione e un appendice con documentazione per la valutazione educativa.

Nella prima parte ad essere messe sotto la lente d’ingrandimento sono le pratiche valutative legate al voto. Il voto, strumento onnipresente, fa così tanto parte della nostra vita che neanche ci rendiamo conto del suo uso reale. I voti, feticcio per molti docenti, sono strumenti di controllo e spesso di condanna per gli studenti. Successivamente vengono presi in considerazione i miti e la realtà del voto, come nasce (e questa è una vera ricercatezza, sconosciuta i più) e perché si diffonde così velocemente in tutti i contesti scolastici e non.

Nella seconda parte, dopo aver riflettuto sui senso profondo dell’uso del voto, l’autore ci accompagna in una disamina approfondita e chiara (spesso i due termini sono in contrapposizione, in Corsini mai), sul legame tra apprendimento/insegnamento e voti ed anche qui, come sopra, le pratiche si fondono con la cultura valutativa. Il fatto di avere come titoli di paragrafi delle domande (Quali voti? Perché la valutazione incentrata sui voti ostacola la motivazione intrinseca? Il voto: bisogno o capriccio? … ) spinge il lettore a riflettere e a porsi a sua volta domande e questioni, mentre prosegue con la lettura. E così, mentre leggiamo il paragrafo sul bisogno o capriccio del voto, è inevitabile chiedersi quale sia per noi la funzione che attribuiamo a questo strumento, così come ci troviamo sgomenti davanti la domanda che apre il paragrafo “Perché insegnare con i voti è facilissimo e impossibile”.

Nell’ultima parte l’autore, dopo aver smontato mattoncini dopo mattoncini le nostre convinzioni sulla valutazione sull’uso del voto, usa gli stessi materiali un tempo destinati alle nostre fortificazioni mentali, per costruire ponti verso la scuola di oggi. Nella sezione “verso la valutazione educativa” sono offerte riflessioni concrete e reali che presentano nel dettaglio la valutazione educativa e le azioni per promuoverla e costruirla.

In poche pagine e attraverso un libro alla portata di tutti, non solo per insegnanti e addetti ai lavori, Corsini riesce nella mirabile impresa di essere propositivo nella pars destruens legati ai voti e concreto nella pars costruens, attraverso l’uso di esempi, ricerche, condivisione di buone prassi. La fabbrica dei voti è un libro da leggere, se possibile, in maniera corale e collettiva e da discutere negli organi collegiali con colleghi, genitori, studenti, perché se vogliamo superare la logica della fabbrica dei voti è necessario uno sforzo comune e collettivo, ma oggi più che mai, necessario.