La crisi degli istituti tecnici ha radici antiche

La previsione di radicali cambiamenti che dovrebbero intervenire dal 2007-2008, allorché andrà gradualmente in vigore la legge di riforma del secondo ciclo, è considerata da tanti la causa principale della crisi di iscrizione agli istituti tecnici e agli istituti professionali.
Che vi possa essere incertezza nelle scelte da parte delle famiglie anche per gli annunciati cambiamenti – soprattutto per gli istituti professionali – è certamente possibile, anzi molto probabile, ma va ricordato che il calo nelle iscrizioni agli istituti tecnici e (più recentemente) professionali viene da lontano. Analizziamo l’andamento delle iscrizioni dell’ultimo decennio.
A metà degli anni ’90 più del 40% degli studenti iscritti alle prime classi di istituti superiori sceglieva istituti tecnici. Nel 97/98 quella percentuale era però scesa al 39,1% per ridursi ulteriormente al 37,2% nel 2001-02, proprio mentre era in atto un robusto rinforzo di nuovi iscritti per effetto dell’innalzamento dell’obbligo scolastico.
La crisi dei tecnici è continuata fino a questi ultimi anni, attestandosi nell’anno in corso al 33,6%.
Gli istituti professionali hanno avuto andamenti diversi dai tecnici: stabili e lievemente in crescita a metà degli anni ’90, addirittura hanno ampliato considerevolmente, più di ogni altro tipo di istituto, il numero degli iscritti in coincidenza con l’innalzamento dell’obbligo scolastico, tanto da far registrare nel 2001-02, con il 25,9% di studenti al primo anno sul totale degli iscritti, un incremento di tre punti percentuale rispetto alla situazione del 97-98.
Ma, dopo quell’exploit, è cominciata la discesa che, con il 23,1% dell’anno in corso, li ha riportati ai valori di metà degli anni ’90.
Il perdurare dell’incertezza sul loro futuro potrebbe favorire un’ulteriore flessione, tanto che lo stesso Miur, nella circolare sulle iscrizioni, ha voluto dare un segnale rassicurante a chi si iscriverà per l’anno prossimo, precisando che gli verrà assicurato l’intero percorso secondo l’ordinamento pre-riforma. Il dubbio che resta a molte famiglie è: tra cinque anni non verrà percepito come “vecchio” un titolo, ad esempio, di perito industriale, quando da quattro anni esisterà (se verrà applicata la riforma) il nuovo Liceo tecnologico, che si appresterà a sfornare dall’anno successivo i primi diplomati?
Un quadro completo delle opzioni per il “dopo terza media” è offerto dalla “Guida alla scelta del secondo ciclo”, edita da Tuttoscuola, che presenta anche un utile vademecum per i genitori ( http://www.tuttoscuola.com ).