La CGIL ‘fa politica’? Accesa polemica in Emilia-Romagna

Il fuoco alle polveri lo aveva attizzato l’on. Fabio Garagnani (Forza Italia), componente della Commissione Cultura della Camera, che in una lettera inviata al Direttore generale dell’USR Emilia-Romagna e a tutti di dirigenti scolastici della Regione in occasione dell’inizio dell’anno scolastico aveva manifestato “preoccupazione sul livello di politicizzazione che è stato presente in molte scuole e nei mesi passati è sfociato in manifestazioni contro il Ministro Moratti ed in aperte denigrazioni dell’opera del Ministro e del Governo durante l’orario curricolare“.

Ma Garagnani non si è limitato a questa generica denuncia, perché nel seguito della sua lettera ha mosso a “settori non trascurabili del corpo docente aderenti al sindacato CGIL e collegati spesso agli Enti Locali della nostra regione” l’accusa di aver esercitato “un’opera di denigrazione sistematica e conseguente delegittimazione della tradizione culturale del nostro paese e dell’Occidente con la conseguente obiettiva legittimazione o attenuazione degli aspetti più intollerabili del fanatismo islamico“. Nel mirino del parlamentare sta “il fatto che in numerose scuole primarie non sia più ricordato il Natale“. Ciò che, a suo avviso, “è emblematico di un atteggiamento di voluta discriminazione di simboli (come il presepe) costitutivi della nostra identità“.

La CGIL, a caldo, ha preferito non replicare (ha pubblicato la lettera accompagnandola con un “no comment”), ma sull’argomento è intervento il “Coordinamento unitario del Dirigenti Scolastici della Flc-Cgil, CISL scuola e UIL scuola dell’Emilia Romagna, che ha a sua volta accusato l’on. Garagnani di avere negli anni passati “pervicacemente invitato docenti a genitori a trasformarsi in delatori di ogni ipotetica azione contraria al Ministro Moratti“, scambiando per pregiudiziali strumentalizzazioni politiche “le legittime critiche ad una riforma che la larga maggioranza dei docenti e Dirigenti scolastici riteneva, in troppi aspetti, sbagliata sotto il profilo didattico-formativo e malamente ancorata sotto il profilo giuridico“. Quanto ai simboli dell’identità (cristiana), il Coordinamento puntualizza che “l’integrazione scolastica trova fondamento nei principi contenuti nell’art. 3 della Costituzione“, che non privilegia alcuna fede religiosa.

Insomma un dibattito andato un po’ sopra le righe, dove sembra che si sia finito per dire di più di quello che si avrebbe voluto (e forse dovuto) dire.