Ius Scholae: il Referendum Cittadinanza potrebbe condizionarne l’iter di approvazione?

Raggiunge quota mezzo milione di firme il Referendum Cittadinanza promosso da Riccardo Magi di +Europa. Si tratta di un referendum che propone di dimezzare da 10 a 5 gli anni di residenza legale in Italia richiesti per poter avanzare la domanda di cittadinanza italiana che, una volta ottenuta, sarebbe automaticamente trasmessa ai propri figli e alle proprie figlie minorenni. Il quesito mira, quindi, a modificare l’articolo 9 dell’attuale legge sulla cittadinanza, la numero 91/1992, che si basa sul cosiddetto ius sanguinis, il ‘diritto di sangue’. La legge attuale stabilisce che acquista di diritto la cittadinanza alla nascita chi è nato da madre o padre cittadini italiani. Sono previste modalità agevolate di acquisto della cittadinanza per gli stranieri di origine italiana. Discorso a parte, per coloro che dalla legge vengono definiti “stranieri”. “Lo straniero che sia nato in Italia – si legge nel testo – può divenire cittadino italiano a condizione che vi abbia risieduto legalmente e ininterrottamente fino al raggiungimento della maggiore età e dichiari, entro un anno dal compimento della maggiore età, di voler acquistare la cittadinanza italiana”.  A beneficiare del Referendum Cittadinanza, direttamente o indirettamente (figli minori conviventi), sarebbero circa 2,5 milioni di stranieri in possesso di altri requisiti già previsti. Cosa succederà ora?

Dopo il 30 settembre, il termine ultimo fissato per la petizione, tutte le firme dovranno essere controllate dalla Corte di cassazione, che dovrà accertare la correttezza formale della compilazione e la regolarità delle firme, per poi trasmettere il tutto alla Corte costituzionale, che deciderà in via definitiva sull’ammissibilità del referendum. 

In caso di via libera, il voto referendario potrebbe tenersi nella primavera del 2025, probabilmente tra maggio e giugno.

Poiché la convocazione di un referendum può essere revocata se prima del voto la legge oggetto di iniziativa referendaria – in questo caso l’articolo 9 della legge n. 91/1992, compresa in particolare la condizione prevista dalla lettera f) allo straniero che risiede legalmente da almeno dieci anni nel territorio della Repubblica – viene a sua volta modificata o sostituita, difficilmente vi sarà tempo, volontà politica e maggioranza parlamentare per cambiare l’art. 9 della legge 91/1992.

Lo stesso disegno di legge sullo Ius Scholae che Forza Italia sta predisponendo non dovrebbe interferire sul testo di legge oggetto del referendum.

Tuttavia, il tema della cittadinanza, destinato nei prossimi mesi ad essere al centro del dibattito politico, potrebbe condizionare, frenandolo o accelerandone l’iter di approvazione, lo Ius Scholae targato FI.

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